Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
Tsukamoto, il regista dei cult "Tetsuo" e "Tetsuo II", gira un film claustrofobico in un bianco e nero tutto virato in azzurro in una Tokyo battuta da una pioggia incessante e attraversata dalla malattia fisica e mentale dei personaggi. Il terzo incomodo Iguchi, non casualmente interpretato dal regista medesimo, interviene come un chirurgo nel rapporto ormai ammuffito tra Rinko e suo marito, riuscendo alla fine ad avere un effetto benefico sul rapporto di quella coppia: ed è proprio Iguchi, nella sua mania voyeuristica a scoprire il cancro che mina Rinko e a consigliarle di farsi operare. Ed è invece la donna a rifiutare l'intervento medico, per continuare quel gioco perverso fatto di esibizione e umiliazione del quale è ormai divenuta schiava consapevole.
Girato come un film della nouvelle vague, tutto addosso ai personaggi, "A Snake of June" è indubbiamente un film sull'erotismo, anche se stenterei a chiamarlo erotico tout court, ma ovviamente risente anche delle esperienze precedenti del regista e presenta importanti inserti onirici (gli uomini con una specie di visore a forma di proboscide, Shigehiko che nuota sott'acqua come in un acquario) e ci parla delle nostre perversioni, della nostra malattia, del cancro che in fondo non vogliamo che ci sia estirpato. Probabilmente velleitario, perfino irritante in alcuni assunti, il film di Tsukamoto ha un indubbio fascino perverso che fa sì che il film si guardi senza annoiarsi; l'autorialismo che è presente conosce il senso della misura: il film dura 77 minuti e quindi riesce a non far girare le palle allo spettatore che si sorbisce questo incubo senza troppo fastidio.
I sottotitoli bianchi su sfondo bianco non si leggono!!!
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