Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
Rinko Tatsumi (Asuka Kurosawa) è una trentenne che lavora come consulente in un istituto di igiene mentale e scopre di avere un carcinoma mammario. É sposata con Shigeniko (Yüji Kôtari), un importante uomo d'affari ossessionato dal lavoro e dalla pulizia. La loro vita matrimoniale procede tranquilla anche se non fanno sesso da tempo e dormono in letti separati. Nella loro monotona vita di coppia irrompe all'improvviso Iguchi (interpretato dallo stesso Tsukamoto), un uomo malato terminale di cancro che inizia a ricattare Rinko dopo avergli inviato della foto che la ritraggono mentre si masturba, e spinge Shigeniko in un club dove si fanno spettacoli pornografici.
Immerso in un bianco e nero virato in un blu "agghiacciante","A Snake of June" è un film sul voyerismo come ossessione mentale dei tempi moderni che serve a surrogare in una esibito disadattamento sociale le particolari cicatrici interiori. Tsukamoto lo usa come mezzo per spingere chi ne è vittima a prendere coscienza della sua triste condizione esistenziale, a evitare che la malattia del corpo diventi una condizione di vita permanente. Iguchi disturba la malsana quiete coniugale di Rinko e Shigeniko, si erge ad arbitro del loro destino e li conduce a corrompere i loro corpi attraverso un gioco sadico e crudele portato fino alle estreme conseguenze. Il suo occhio fotografa i loro più intimi segreti, le loro più insane paure, e il martirio a cui assoggetta i loro corpi vuole essere, per contrasto, molto peggio delle mutilazioni corporali che Rinko dovrebbe subire se vuole sconfiggere il suo male e continuare a vivere (cosa che il marito rifiuta con decisione), e delle fobie per lo sporco che hanno condotto Shigeniko ad atrofizzarsi nei sentimenti. Iguchi sta morendo e sceglie questi due corpi che non si toccano più per donargli il piacere di riscoprirsi teneri amanti, di riprendersi il potere dei loro corpi cicatrizzati. "A Snake of June" è in fondo una storia a lieto fine. Affogato nell'acqua di una pioggia dirompente e ambientato in una Tokyo disturbata e disturbante, il film di Tsukamoto arriva a celebrare l'amore per i corpi e il corpo come elemento di vita piuttosto che come oggetto ossessionante. Il tutto con una tecnica cinematografica di pregevole livello
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