Regia di Arturo Ripstein vedi scheda film
Il più importante dei registi messicani contemporanei rende omaggio al suo vecchio maestro Bunuel, mettendo in scena la storia d'amore molto melodrammatica fra un cameriere indio e la sua amata ispanica. Fra proposizioni antifranchiste e patimenti vari, Ripstein spazia agilmente fra piani sequenza e montaggi svolazzanti, fra scoraggianti realtà e sognanti fantasie. C'é tanta storia del cinema messicano nel suo film (dai melodrammi anni '40 ai film sul lottatore El Santo), ma soprattutto c'é la conferma di un regista che sa utilizzare lo spazio filmico e le componenti a sua disposizione. Che non ha alcun bisogno di essere sintetico, e non si risparmia in niente. Magari l'essenzialità non é il suo maggior pregio, ma in confronto alla piattezza di tanta roba che ci capita di vedere...
Favolosa. Sia per i numeri canori (si va da Gilbert & Sullivan alle canzoni rivoluzionarie) che per la partitura musicale.
Come ho detto poteva essere risolto in meno tempo che 140 minuti, ma facciamoli lavorare 'sti registi!
Io non sono un fan di questa attrice tanto amata da Trueba e dagli altri esponenti dell'attuale cinema spagnolo; ma devo riconoscere che la sua aggressività rende vivo il personaggio di Lola.
E' un cameriere pavido, impotente, feticista, canterino e malato d'amore, tanto che arriverebbe ad uccidere il generalissimo Franco pur di conquistare il cuore della sua amata. Devo riconoscere che non conoscevo questo interprete, ma dopo cotanto ruolo penso proprio che me lo ricorderò per un bel po'...
Insieme a Lucia Munoz, l'altra presenza consueta dei film del regista. E' l'amica/confidente del protagonista, che cerca (inutilmente, sennò che melò sarebbe...) di dissuadere il protagonista a perdersi dietro la sua Lola.
Il Messico é un territorio assolutamente da tenere d'occhio, e Ripstein fra i suoi cineasti contempranei può assolutamente aspirare allo status di autore. Vedere per credere (quando é possibile) gli altri suoi film.
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