La recensione su Ponyboi

di alan smithee

6 stelle

42TFF: CONCORSO

Al giovane intersessuale conosciuto come Ponyboi, di professione "sex worker" con base nel retro di una lavanderia ove il bieco giovane gestore, uomo della sua migliore amica incinta, ma tradita dal compagno anche con lo stesso Ponyboi, lo sfrutta come prostituta, nel giorno di San Valentino accadono un sacco di imprevisti.

La madre lo chiama per informarlo che il padre, che lo ha cacciato di casa sette anni prima, è in fin di vita e vorrebbe rivederlo.

Il suo capo gli fa spacciate una nuova droga impastata con candeggina che finisce per uccidere un suo anziano cliente mentre stanno facendo sesso. Peccato che il morto è il fratello amato del boss del quartiere, e che il capo di Ponyboi cerca di addossare ogni responsabilità al giovane.

La situazione finisce per precipitare, ma l'amicizia tra il protagonista e la compagna incinta del laido giovane spacciatore riusciranno a fatica ad avere la meglio, e Ponyboi a ritrovare i brandelli di un passato da cui era fuggito come rinnegato e reietto.

Al suo secondo lungometraggio dopo Blast Beat del 2020 presentato al Sundance, Esteban Rango mette in scena con brio e ritmo uno script drammatico e intenso scritto, interpretato e prodotto dal bravissimo giovane River Gallo, perfetto ad interpretare i tratti scintillanti ma anche dimessi e malinconici di un personaggio alla strenua ricerca di se stesso e di accettazione.

Lo affiancano attori più noti come Dylan O'Brien e Victoria Pedretti, in un dramma che si trasforma in thriller concitato, forse sin troppo, ma nel quale risalta la buona performance del bravissimo protagonista e sceneggiatore, anima e corpo e quindi ragion d'essere ancor più del regista dell'intero progetto.

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