Regia di Chantal Akerman vedi scheda film
A Parigi c'è il rampollo annoiato di famiglia aristocratica (Merhar), che vive in una casa damascata e decadente. Il ragazzo è ossessionato dall'amore per Ariane (Testud), che pur essendo racchia anziché no, quasi non se lo fila ma ne approfitta quel tanto che basta. Pare che la ragazza abbia qualche inclinazione saffica, il che non fa che irrobustire gli assilli del giovane fighetto.
La quintessenza del cinema francese intellettualoide, vuoto, monocorde, laccato, fintamente elegante, stavolta prende spunto nientepopodimeno che da La prigioniera di Proust. Con la pretesa di proporre un cinema intimista e suggestivo, la regista Chantal Akerman non ottiene altro che dialoghi imbarazzanti recitati da volti inespressivi, per un'opera che si dà tutta l'aria del cinema d'autore.
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