Regia di Chantal Akerman vedi scheda film
Ariane è un uccellino in gabbia, che Simon vorrebbe confinare in un amore convenzionale e possessivo, mentre a lei piacerebbe poter spiccare il volo verso un sentimento libero e diverso. Nel loro rapporto la “fedeltà” è tristezza e ripetitività, è disperata ricerca di un dialogo, nell’assenza di silenzi complici. Una misteriosa sorta di necessità sopperisce alla mancanza di gioia, e una morbosa forma di abitudine si sostituisce all’attrazione ormai esaurita. La dinamica della coppia è ridotta ad un monotono gioco al tira e molla, governato da un’annosa inerzia, con lui lascia andare lei per poi inseguirla, e con cui lei gli sfugge per poi farsi nuovamente catturare. “La captive” è un film esanime, i cui protagonisti hanno i corpi appesantiti dal cadavere di una passione ormai defunta, e gli sguardi svuotati dall’inutilità di comunicare.
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