La bella Ariane vive insieme al giovane e ricco Simon in un grande appartamento di Parigi. L'uomo è talmente ossessionato da lei che la sottopone a domande incessanti, la controlla di continuo, la fa accompagnare quando decide di uscire. Ma Ariane conduce - anche sessualmente - una doppia vita, il che non fa altro che esacerbare il dolore e il desiderio di Simon...
Note
Dopo la parentesi di _Un divano a New York_ (commedia, grossa produzione e protagonisti celebri: tutte condizioni per lei insolite), la cineasta belga chiede lumi nientemeno che a Marcel Proust e alla sua _Prigioniera_, traendone un'estenuata meditazione sull'amore e sul possesso.
Tratto da "La prisonnière" di Marcel proust, un film ambizioso e solo in parte riuscito. Distante anni luce da "L'enfer" (1993), il capolavoro di Claude Chabrol, anche se la tematica è simile.
Il senso del possesso, di appartenenza, spingono un giovane ricco parigino a tenere presso di sé, in una prigionia dai tratti volontari e masochistici, una giovane donna, che tuttavia non rinuncia a tentare di riappropriarsi della propria libertà. Da Proust un film meditativo e sospeso girato in grande stile da una Akeman che quasi non riconosciamo
Simon tiene la remissiva amante Ariane quasi segregata in casa, servendosi anche di un’amica per sorvegliarla nelle poche occasioni in cui esce. Libero adattamento del quinto volume della Recherche proustiana, spogliato della sua patina letteraria: ossia, la storia di uno stalker asmatico e di una masochista con probabili tendenze lesbiche. L’ambientazione è spostata ai nostri… leggi tutto
ariane è prigioniera di simon come dice il titolo o piuttosto è simon prigioniero della propria ossessione di controllare la vita e di sapere ogni minimo dettaglio della vita di quella che socialmente può essere chiamata una fidanzata.
lento e meditativo, misterico ed estenuante il film non spiega nulla e mostra ciò che può essere visto, ma non riesce a… leggi tutto
Non mi innervosivo così tanto dai tempi di "MILLENIUM MAMBO" il che è tutto dire. Il film fa semplicemente pietà, e non capisco come si possa girare una stronzata (passatemi il termine, please) del genere. La storia è sostanzialmente quella di un povero, scemo, ricco sfondato che non lavora mai e che sta sulle palle al solo vederlo; il cui unico passatempo è assillare con domande insensate… leggi tutto
Simon tiene la remissiva amante Ariane quasi segregata in casa, servendosi anche di un’amica per sorvegliarla nelle poche occasioni in cui esce. Libero adattamento del quinto volume della Recherche proustiana, spogliato della sua patina letteraria: ossia, la storia di uno stalker asmatico e di una masochista con probabili tendenze lesbiche. L’ambientazione è spostata ai nostri…
Ecco un film che avrebbe meritato quattro o persino cinque stelle per le “nobili” origini letterarie da cui è tratto (“La prisonnière”, quinto volume della”Recherche” di Marcel proust), per il complicatissimo tema affrontato e per la straordinaria prestazione di Sylvie Testud. Il tema in questione è quello della passione ossessiva di un…
ariane è prigioniera di simon come dice il titolo o piuttosto è simon prigioniero della propria ossessione di controllare la vita e di sapere ogni minimo dettaglio della vita di quella che socialmente può essere chiamata una fidanzata.
lento e meditativo, misterico ed estenuante il film non spiega nulla e mostra ciò che può essere visto, ma non riesce a…
"Filma un paio di scene fuori fuoco... voglio vincere un premio per il miglior film straniero." ~ Billy Wilder
"Onestamente credo che Hitchcock sia un regista i cui film non desteranno alcun interesse fra…
8° IN & OUT FILM FESTIVAL - NICE - OMAGGIO A CHANTAL AKERMAN
Il desiderio di possesso, la brama di appartenenza, l'incapacità di rassegnarsi ad un probabile rifiuto, spingono un giovane ricco parigino di nome Simon, prima a seguire e pedinare, poi a trattenere nella sua regale dimora, una giovane avvenente ragazza di nome Ariane, dallo spirito libero e tutt'altro che…
Era da parecchio che non pubblicavo una playlist. Poco fa ho appreso per caso della scomparsa della regista Chantal Akerman, e credo che sia giusto dedicarle un omaggio. Regista belga nata nel 1950 a Bruxelles,…
A Parigi c'è il rampollo annoiato di famiglia aristocratica (Merhar), che vive in una casa damascata e decadente. Il ragazzo è ossessionato dall'amore per Ariane (Testud), che pur essendo racchia anziché no, quasi non se lo fila ma ne approfitta quel tanto che basta. Pare che la ragazza abbia qualche inclinazione saffica, il che non fa che irrobustire gli assilli del giovane…
Ariane è un uccellino in gabbia, che Simon vorrebbe confinare in un amore convenzionale e possessivo, mentre a lei piacerebbe poter spiccare il volo verso un sentimento libero e diverso. Nel loro rapporto la “fedeltà” è tristezza e ripetitività, è disperata ricerca di un dialogo, nell’assenza di silenzi complici. Una misteriosa sorta di necessità sopperisce alla mancanza di gioia, e…
Non mi innervosivo così tanto dai tempi di "MILLENIUM MAMBO" il che è tutto dire. Il film fa semplicemente pietà, e non capisco come si possa girare una stronzata (passatemi il termine, please) del genere. La storia è sostanzialmente quella di un povero, scemo, ricco sfondato che non lavora mai e che sta sulle palle al solo vederlo; il cui unico passatempo è assillare con domande insensate…
Cagata terribile che ti fa venire voglia di fare una statua all’inventore del Forward sul telecomando. Il protagonista è un povero coglione che vive con la nonna ricchissima: dopo due minuti ti sta già tanto sulle palle che speri che la nonna schiatti e lasci tutto in eredità a un gatto randagio e rognoso. Più avanti è tale il disgusto per sto cretino, che lo stesso Gandhi non avrebbe mai…
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Commenti (3) vedi tutti
Tratto da "La prisonnière" di Marcel proust, un film ambizioso e solo in parte riuscito. Distante anni luce da "L'enfer" (1993), il capolavoro di Claude Chabrol, anche se la tematica è simile.
leggi la recensione completa di hupp2000figli di una sinfonia in grigio tra voodoo zombie
leggi la recensione completa di zombiIl senso del possesso, di appartenenza, spingono un giovane ricco parigino a tenere presso di sé, in una prigionia dai tratti volontari e masochistici, una giovane donna, che tuttavia non rinuncia a tentare di riappropriarsi della propria libertà. Da Proust un film meditativo e sospeso girato in grande stile da una Akeman che quasi non riconosciamo
leggi la recensione completa di alan smithee