Regia di Youssef Chahine vedi scheda film
Lo spettatore che del maestro egiziano Youssef Chahine avesse visto soltanto il magnifico musical storico “Il destino” (1997) sulla vita del filosofo Averroè, atto di fede nella coesistenza tra fedi e culture, potrà forse stupirsi di questa commedia dal passo fresco e giocoso. Il fatto è che il più famoso cineasta arabo (classe 1926) è andato a imparare il cinema a Hollywood negli anni ‘40 e ama e sa muoversi agilmente tra impegno e spettacolo, tra lavori seri e opere leggere. Qui, si diverte. La cantante e attrice Malak, che sta per divorziare, si innamora di un giovanotto molto interessato ai suoi soldi. Il quale, quando viene a sapere che la donna intenderebbe lasciare tutto alla figlia, cambia all’istante direzione e si butta sulla ragazza. Chahine si aggira con allegria nel mondo dello spettacolo, si muove senza impacci tra le classi sociali, tra ricchi e poveri, sogni e fantasie, gag ed emozioni, carica liberamente il suo film di effetti ed eccessi, innocenti, raffinati, sbarazzini, si esibisce in schizzi caricaturali, fa cinema popolare e passa, sempre di corsa, a sequenze di messinscena raffinata. (Vivamente sconsigliato a chi pensa che gli incivili arabi siano da espellere dal nostro civilissimo mondo.)
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