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L'arte di essere felici

Regia di Stefan Liberski vedi scheda film

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La recensione su L'arte di essere felici

di alan smithee
4 stelle

locandina

L'arte di essere felici (2024): locandina

CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19:

Un insegnante d'arte vedovo e senza più contatti con la figlia decide di lasciare tutto per trasferirsi sulla costa amena di Étretat per dedicarsi a dipingere e trovare una nuova ispirazione, artistica o di vita, come una sorta di nuovo Monet. In loco, dopo aver noleggiato una eccentrica casa mobile appesa in modo molto precario ad un dirupo, l'uomo conoscerà alcune persone, strambe, talune eccentriche, altre curiose e spesso divertenti che, in qualche modo, gli permetteranno di rifarsi una vita e di scoprire che non tutto quello che succede viene per nuocere.

 

Benoît Poelvoorde

L'arte di essere felici (2024): Benoît Poelvoorde

Camille Cottin, François Damiens, Benoît Poelvoorde

L'arte di essere felici (2024): Camille Cottin, François Damiens, Benoît Poelvoorde

Tra queste una bella gallerista combattuta e alle prese con un menage familiare piuttosto particolare, un pittore che farà da mentore al buffo protagonista, ed una bellissima quanto misteriosa ragazza giramondo, pittrice di pietre marine, che si rivelerà un personaggio cruciale per il bonario e simpatico professore-artista.

Il romanziere e fumettista belga Stefan Liberski dirige una favoletta un po' puerile, con qualche personaggio macchietta un po' forzato, ma sorretto dalla verve collaudata di un grande attore come Benoit Poelvoorde, perfetto per incarnare personaggi di sognatori disillusi che vivono in un mondo tutto loro.

 

Camille Cottin

L'arte di essere felici (2024): Camille Cottin

Benoît Poelvoorde, François Damiens

L'arte di essere felici (2024): Benoît Poelvoorde, François Damiens

Lo affianca una motivata e brillante Camille Cottin nel ruolo della disinvolta gallerista che flirta col protagonista.

Il film è poca cosa, se non per la figura trasognata del professore-presunto artista, e sfrutta tutti i luoghi comuni possibili, a partire dalla solita Citroen Pallas, ormai luogo comune di tutti i personaggi strambi del cinema contemporaneo.

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