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Bad Boys: Ride or Die

Regia di Adil El Arbi, Bilall Fallah vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Bad Boys: Ride or Die

di Marco Poggi
6 stelle

Quarta puntata della saga poliziesca buddy-movie, con la coppia di sbirri Will Smith e Marc Lawrence, alla quale evidentemente il cambio di regista ha giovato.Benché il film intrattenga, è una compilation di battute e sparatorie prese dai videogiochi. Compaiono il regista Micheal Bay e uno Ioan Gruffudd versione candidato sindaco.

Quarta puntata della saga poliziesca buddy-movie, con la coppia di sbirri Will Smith e Marc Lawrence, alla quale evidentemente il cambio di regista ha giovato. Fra i due poliziotti in fuga, dal cattivo e dai colleghi poliziotti (insieme a un assassino), la reputazione del capitano defunto Joe Pantoliano (che ha lasciato alcuni video sul cellulare, giocando anche a fare il fantasma - e come si diverte! -) da riabilitare, battute, inseguimenti, sparatorie e un alligatore che assale Marc Lawrence, non ci annoia. Le sparatorie, però, sono così finte da sembrare da videogame. Saga cinematorafica che non mi ha mai preso del tutto, e che mi ha stupito per quanto continui, tutt'ora ad essere al centro dell'attenzione e dell'interesse del grande pubblico, che, evidentemente ama tanto vedere Will Smith e Marc Laawrence assieme. Personalmente, questa saga continua ad essere un minestrone, non sempre riuscito, di "MIAMI VICE", "BEVERLY HILLS COP - UN PIEDIPIATTI A BEVERLY HILLS""ARMA LETALE" e ciò che mi sconcerta è che i capitoli sono girati anche a distanza di tanti anni e non, come da tradizione, vicini l'uno all'altro. Certo, meglio attendere una trama migliore, che presentarsi in sala con un sequel che ha tutti i difetti del sequel, però, a parte il cambio di regia e quache risata, garantita dal duo, la formula è sempre la stessa, anche se i due divi non sono più come quelli, del 1995. Diverte il brevissimo cameo del primo regista, Michael Bay, nei panni di un'automobilista, mentre Ioan Gruffudd (sì, quello dei Fantastici 4, di Tim Story!), nei panni di un candidato sindaco, che se la intende con la nuova capitana del distretto, sembra assente, come se non volesse veramente essere in questo film. Allegro, ma non troppo ed esagerato, come un culturista gomfio di steroidi.     

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