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Bad Boys: Ride or Die

Regia di Adil El Arbi, Bilall Fallah vedi scheda film

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La recensione su Bad Boys: Ride or Die

di YellowBastard
6 stelle

È già uscito da qualche settimana negli Stati Uniti e ora anche in Italia Bad Boys: Ride or Die, nuovo capitolo del franchise con Martin Lawrence e primo film con Will Smith ad approdare al cinema dopo l’esilio imposto all’attore americano a seguito dello schiaffo dato a Chris Rock nella notte degli Oscar del 2022.

In realtà in questi due anni è già uscito un suo film su Apple TV, Emancipation, ma si trattava di un film già girato e completato prima della vicenda scoppiata in diretta mondiale.

È il protocollo hollywoodiano in caso di scandali conclamati, il “soggetto” colpevole diventa immediatamente “tossico” e quindi evitato mentre attorno a lui tutti si dissociano o prendono le distanze, almeno ufficialmente, e questo fino a quando non c’è l’impressione che, passata la bufera, si possa tentare un rilancio e vedere se Will Smith è, nonostante tutto, ancora Will Smith.

 

Bad Boys : Ride or Die - Daily Movies

"Voglio il mio avvocato!"

 

Dopo due anni e tre mesi dall’esilio Jerry Bruckheimer, storico produttore della saga, e la Columbia decidono che quel tempo è arrivato e, onde limitare al massimo i rischi, puntano tutto sull’usato sicuro con Bad Boys: Ride or Die, quarto capitolo del franchise di successo lanciata da Michael Bay nel 1995 e passata, nel 2020 con Bad Boys for live, nelle mani di Adil El Arbi & Bilall Fallah nuovamente chiamati in cabina di regia.

 

Ma i primi Bad Boys (quelli, per intenderci, di Bay) erano girati in tempi dove i personaggi maschili sovraesponevano la propria (tossica?) virilità, i poliziotti potevano fare di tutto, anche infrangere le regole, e venire comunque celebrati come eroi mentre quelli femminili erano per lo più dei soprammobili. Ma non siamo più negli anni Novanta, molto di tutto questo ormai non viene più tollerato al punto che non vengono più girate pellicole come queste.

E forse è proprio questo il segreto del suo successo. 

 

Bad Boys: Ride Or Die; The Final Trailer Delivers More Action-Packed  Footage | Screen-Connections

"Whatcha gonna do? Whatcha gonna do when they come for you?"

 

Bad Boys: Ride or Die applica infatti un filtro action immediatamente riconoscibile, per quanto datato, in parte anche figlio dell'evoluzione del genere ma conserva quasi indenne una propria fortissima identità, caratteristiche difficili da riscontrare altrove oggigiorno, un’impronta che ancora oggi riesce ad affascinare e a divertire.

Tutto è sopra le righe, come sempre, ma non c’è una vera autoironia a smascherare questa acritica esagerazione, tra abbondanti dosi di adrenalinici inseguimenti, folli sparatorie a non finire e altri eccessi da action movie ormai anche datati ma perfettamente ancorati ai canoni cinematografici contemporanei.

Così la stessa macchina da presa, specie nei momenti più caldi, si trasforma e quasi prende vita diventando un personaggio a sua volta, un elemento di scena in continuo movimento e capace di prospettive ardite e soggettive improbabili che ricordano tantissimo l’estetica dei videogames.

Un intento sperimentale dal punto di vista visivo (in realtà non sempre riuscitissimo) palese del tentativo di far entrare il pubblico direttamente “dentro” alle scene, coinvolgendolo nel modo più diretto possibile.

 

Bad Boys: Ride or die applica (in parte) tale processo di “immersione” anche nei confronti del personaggio di Will Smith modificandolo secondo un percorso di penitenza e purificazione che si allaccia, verosimilmente, proprio alle vicende del suo interprete, umanizzandolo e cercandolo di renderlo più sensibile, fragile e, in parole povere, più accattivante per il pubblico.

L’equilibrio tra i due protagonisti viene quindi a cambiare rendendo Marcus non più la semplice spalla di Michael ma (quasi?) il vero protagonista della pellicola arrivando anche a rubargli la scena, tra esperienze di premorte e una nuova sensibilità New-Age.

Il cambiamento di asset tra i due protagonista è la parte più interessante del film ma anche quella più problematica, in quanto va a modificare un equilibrio (di successo) rodato ormai da anni.

 

Bad Boys: Ride or Die' review: 115 minutes, feels like a life sentence -  ABC News

"Vedi di tenere il passo, vecchietto!"

 

Per il resto la storia conserva il consueto ritmo forsennato, le scene di violenza non si contano ma questa volta, anche per l’età che avanza, gli eventi più che provocati vengono subiti dai protagonisti, che lasciano il campo nelle scene più action a una nuova generazione di combattenti mentre, non avendo più l’agilità di una volta, quando sono loro al centro dell’azione sono più le telecamere a girare loro attorno che non loro stessi a muoversi.

Ma l’aspetto fondamentale di Bad Boys rimangono e sono soprattutto le loro battute, anche quelle più eccessive e/o sbagliate (volutamente?), o i numerosi siparietti divertenti nei quali i bianchi caucasici (e razzisti) ne escono ridicolizzati, pur sempre nel perimetro del politicamente corretto (un mantra, questo, negli USA) ma anche il concetto di famiglia (Fast and Furios impera!) e sono soprattutto le loro fisime a reggere l’intero racconto.

 

New 'Bad Boys: Ride or Die' trailer starring Will Smith and Martin Lawrence  out now - ABC News

"Questa non ti sembra un pò troppo gratuita?"

 

Oltre a Will Smith & Martin Lawrence riprendono I loro ruoli Joe Pantoliano, Vanessa Hudgens, Alexander Ludwig, Jacob Scipio, Paola Núñez e Theresa Randle mentre i volti nuovi sono Eric Dane, Ioan Gruffudd, Tiffany Haddish e Rhea Seehorn.

 

La pellicola si diverte a sfidare sé stesso e i limiti di una storia che esaspera, spingendo all’estremo le esperienze per immagini, ma che anche intrattiene, si lascia vedere garantendo comunque un piacevole intrattenimento in un’avventura leggera e soprattutto (!?) tremendamente americana.

 

VOTO: 6,5

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