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Trap

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Trap

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Il rito dei concerti e delle neo star per stuoli di adolescenti è rivisto dal regista de Il sesto senso (The Sixth Sense; 1999) come un rito al quale partecipare in massa, ma al tempo stesso che può essere lo sfondo per una narrazione distante e decisamente differente, ovvero una caccia all’uomo che ricorda altri thriller quali Senza via di scampo (No Way Out; 1987) o Out of Time (id.; 2003) per citare un paio di pellicole nelle quali inseguito e inseguitori si lambiscono per tutto il corso della narrazione.

 

Protagonista Josh Hartnett nel ruolo di un vigile del fuoco, appassionato della sua famiglia e di sua figlia dodicenne, che si trova ad accompagnarla al concerto di una pop star impersonata da Saleka, figlia del regista e anche lei iconica cantante, con la quale M. Night Shyamalan ha prima pensato e successivamente scritto la sceneggiatura. Il regista parla di un Hartnett perfetto per il ruolo di Cooper perché capace di riscrivere la propria carriera dopo aver abbandonato HollyWood in favore del Regno Unito, attraversando scelte professionali non scontate, una su tutte il ruolo del fisico nucleare Ernest Lawrence protagonista di Oppenheimer (id.; 2023).

 

Hartnett riesce a essere un villain sia perfetto, sia sui generis. Per il quale fare il tifo fin da subito, seppur da quasi subito se ne conosca l’alias. Vuoi perché calato in un ruolo positivo: il padre vicino ai desideri di sua figlia. Vuoi perché calmo, rassicurante e al quale non si riesce fino all’ultimo a credere che sia il tanto temuto serial killer.

 

Disseminato di snodi essenziali, lo stesso regista appare in un cameo che ne rappresenta uno decisamente significativo, il film riesce a essere sia claustrofobico, per via del tentativo di Cooper di sfuggire ai controlli della polizia e di una profiler, l’attrice Hayley Mills, nota per i suoi trascorsi Disneyani, che ne ha saputo rivelare i tratti essenziali. Sia successivamente, quando l’azione si sposta all’esterno del palasport e il villain si svela per quel che è.

 

Thriller atipico e firmato da uno dei registi più iconici e meno incasellabili del cinema d’oggi. Da vedere perché in perenne bilico fra il più classico giallo di matrice Hitchcockiana e la nostra contemporaneità fatta anche da numerose dirette social e molta vacuità.

 

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