Regia di Mario Bonnard vedi scheda film
Antigono, sovrano non proprio illuminato di Corinto, fa costruire un imponente tempio ad Afrodite, dea dell'amore; nel frattempo il malcontento popolare cresce e, allo scoppio di un'epidemia di peste, Antigono scarica la colpa di tutto sui cristiani. A quel punto interverranno i romani, per ripristinare la pace.
Attivo dai tempi del muto, Mario Bonnard conclude la sua lunga carriera fitta di titoli con qualche peplum e qualche cappa & spada alla fine degli anni Cinquanta / nei primi anni Sessanta. Afrodite dea dell'amore è la sua quartultima regia, per la precisione; un romanzetto fantastorico a base di azione, intrighi e buoni sentimenti di fondo: come d'altronde andava per la maggiore all'epoca. Un cinema innocuo più che innocente, con scene allestite alla meglio, costumi un po' approssimativi, ma buoni interpreti a prescindere dalla loro fama (anche se qui non mancano i nomi sufficientemente noti) e un saldo 'mestiere' a reggere il tutto. Non c'è da sorprendersi quindi nello scoprire che Sergio Leone fa il suo esordio come sceneggiatore per questa pellicola; giovane ma già discretamente esperto come aiuto regista (ruolo che ricopre anche in questa occasione), si farà le ossa ancora per un paio di anni ed esordirà dietro la macchina da presa con Il colosso di Rodi nel 1961. Fenomeno di scarsa rilevanza artistica, il peplum, ma pur sempre buon artigianato e, per qualcuno, interessante banco di prova: alla sceneggiatura di Afrodite dea dell'amore, per esempio, lavora anche Mario Di Nardo, futuro sceneggiatore di discreto successo, e l'altro aiuto regista di Bonnard è Romolo Girolami, negli anni successivi regista con lo pseudonimo di Romolo Guerrieri. Isabelle Corey, Ivo Garrani, Anthony Steffen (cioè Antonio De Teffè), John Kitzmiller, Paul Muller, Livio Lorenzon, Giulio Donnini sono gli interpreti principali; oltre a Leone e Di Nardo il copione porta le firme di Ugo Moretti e di Bonnard. 3/10.
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