Regia di Michael Lindsay-Hogg vedi scheda film
1976. Paul McCartney non vede John Lennon da molto tempo. Di passaggio a New York, ne approfitta per andare a fare una visita a sorpresa all'amico. L'accoglienza è fredda, ma molto presto i due cominciano a parlare dei vecchi tempi e delle scorribande insieme, finendo per fare un giro in coppia per la città che non passa assolutamente inosservato.
La storia è vera – in particolare è noto l'episodio finale del film, quello relativo al Saturday Night Live – e la sceneggiatura firmata da Mark Stanfield non fa altro che romanzare attorno a ciò che si sa di quella giornata del 1976, mitologica per tutti i beatlemaniaci, nella quale Paul e John trascorsero svariate ore insieme sostanzialmente riappacificandosi dopo le burrasche degli ultimi anni, dallo scioglimento dei Beatles in avanti. Ma lo fa – romanzare – in maniera intelligente e filologicamente ineccepibile, inserendo battute, frasi celebri, atteggiamenti e aneddoti reali riguardanti i due protagonisti. D'altronde è difficile sapere cosa esattamente successe quel giorno, considerando che altri testimoni – oltre ai due amici musicisti – non ce ne furono, quantomeno al Dakota (dove viveva Lennon, insomma); di sicuro la parte del film ambientata all'esterno, quando i protagonisti vengono scorti insieme in un parco o al pub, si regge su testimonianze concrete che la rendono più effettivamente documentaristica. La prima parte, quella al Dakota, assomiglia più a un kammerspiel in salsa Beatles, e non ci sarebbe nulla di male fin qui. Forse però certe ingenuità narrative o la confezione patinata evidentemente a budget ridotto minano alle basi il prodotto, facendo storcere il naso a priori nonostante dietro la macchina da presa ci sia qualcuno che ha conosciuto bene e da vicino i Fab Four: Michael Lindsay-Hogg, il regista di Let it be (1970). Aidan Quinn e Jared Harris fanno il possibile per recitare in due ruoli oggettivamente impossibili a recitarsi: Lennon e McCartney sono fin troppo presenti nella memoria collettiva contemporanea per essere rappresentati sullo schermo da chiunque, al di là della bravura dell'interprete. 4/10.
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