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Dolls

Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film

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La recensione su Dolls

di speedy34
8 stelle

Si può essere violenti e crudeli nel raccontare storie d'amore appassionanti ed incredibilmente romantiche? Se dietro la macchina da presa c'è un regista come Takeshi Kitano (Hana-Bi, Brother) allora tutto è possibile...anche raccontare emozioni forti e profonde come proiettili impazziti che feriscono ed uccidono. Ispirate dalle immortali suggestioni del Teatro Bunraku (raffinate rappresentazioni di marionette che, iniziate nel 16° secolo, vedono accrescere la loro popolarità nel secolo successivo conservanto intatto il loro fascino sino ai nostri giorni) Kitano segue le storie di tre coppie d'amanti: quella di Matsumoto (Hidetoshi Nishijima) e Sawako (Miho Kanno), che vagano per la città legati da una corda ai fianchi; quella di Hino, il boss (Tatsuya Mihashi), che da giovane abbandonò la sua fidanzata per diventare un grande yakuza, e la sua donna (Chieko Matsubara) che per oltre tren'anni lo ha atteso seduta sulla panchina nel parco dove era stata lasciata; e quella di Haruna, pop star (Kyoko Fukada) che, sfigurata dopo un incidente in macchina, si ritira dalle scene, e del suo più fedele fan Nukui (Tsutomu Takeshige) capace di compiere un gesto estremo, come quello di accecarsi, per poterla finalmente incontrare e "vedere". E mentre le stagioni seguono il loro regolare corso del tempo, Kitano , regista sensibile ed umanamente distaccato, accompagna l'irregolare corso di storie d'amore assolute, tragiche e teneramente semplici. Marionette umane al servizio di un destino crudele ed imprevedibile, gli innamorati di Dolls non hanno bisogno di strategie o trappole sdolcinate per far palpitare i cuori riuscendo nella loro astratta freddezza a diffondere un calore avvolgente. Ma Kitano (abile manipolatore di luci) non rinuncia però al colore dell'amore per eccellenza... il rosso: come il sangue che sporca l'asfalto di una strada, un giardino rigoglioso di rose, un neon notturno agitato per regolare il traffico, foglie autunnali di acero giapponese trasportate dall'acqua o dal vento o come il colore di una corda, unico oggetto feticcio per legare indissolubilmente (sino alla morte!) destini di uomini soli.

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