Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Straordinario, dolente, struggente fim di Takeshi Kitano, tessitore di tre disperate storie d'amore: a) Sawato e Matsumoto, due giovani uniti dall'amore e da una promessa di matrimonio, sono divisi da denaro e potere, demoniaci tentatori che macchiano la purezza dell'amore; b) il vecchio e malato boss Hiro torna sulla panchina del parco nella quale siede la donna da lui abbandonata in giovinezza, in una toccante e penelopiana attesa del suo ritorno. Prossimi al rincongiungimento di quell'amore famelicamente fagocitato in giovinezza per l'ambizione di potere dello yakuza, soppraggiunge il destino a chiedere il conto dell'agire criminoso dell'uomo; c) Nukui, giovane fan della popstar Haruna, compie un gesto al contempo estremo e delicato per la donna amata, che continuamente guarda, attraverso il proprio viso sfigurato da un incidente, il mare, allegoria riccorente e suggestiva della poetica dell'autore nipponico.
Sorretto dall'ottimo commento sonoro di Joe Hisashi, Kitano costruisce un film estetizzante sul bello, che diviene insieme strumento e contenuto dell'opera, e sull' amore, declinabile, nel pessimismo nichilistico dell'autore, solo nella morte e all'annullamento di sè. Del resto, così come suggerisce il prologo, uno spettacolo di Bunraku, e il finale, non siamo altro che Dolls, ovvero marionette che si piegano ai venti mutevoli ed incontrollabili che scandiscono, dominandoli, i momenti della nostra esistenza. Sospesi ed appesi ai fili del marionettista(Dio? il destino? il riscatto sociale? il denaro?) attraversiamo, proprio come i due giovani amanti legati eternamente da una corda rossa, il tempo e lo spazio, superbamente simboleggiati dalle stagioni.
Riporto qui il link, dove si può vedere l'immagine finale del film, metafora potente e drammatica dell'amore e della vita per il maestro Kitano.
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