Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Donne come marionette (le dolls del titolo): nel primo dei tre episodi, che si intersecano tra loro, Sawako tenta il suicidio per amore. Matsumoto - destinato a sposare la figlia del suo ricchissimo principale - non raggiunge l'altare e rimane a vagare con la sua amata ormai uscita di senno. Nel secondo episodio una donna rimane tutta la vita seduta su una panchina ad aspettare il suo amato, che l'ha lasciata per andare a fare lo yakuza con la promessa di tornare. Nel terzo una bellissima rockstar rimane vittima di un incidente ma a prendersene cura ci sarà il suo fan più acceso.
Orientalismo portato al parossismo, ricerca della poesia attraverso le immagini a tutti i costi, regia estetizzante: sono questi i tratti che portano alle sue forme estreme la poetica cinematografica di Kitano sul tema dell'amore come atto totale, estremo, definitivo. Paesaggi e inquadrature sono magnifici ma la ricerca formale azzera la sostanza, la noia è mortale e gli sbadigli non si contano.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta