Regia di Michele Placido vedi scheda film
Rivisto a distanza di molti anni dalla sua uscita al cinema, "Un viaggio chiamato amore" sulla relazione fra il poeta Dino Campana e la scrittrice Sibilla Aleramo rimane un film solo parzialmente riuscito, ma magari non proprio la cocente delusione che ne ebbi sul momento. È un film dove il regista Michele Placido ha sicuramente messo molto impegno e una documentazione scrupolosa per rievocare le tormentate figure dei protagonisti: la confezione è lussuosa e con contributi tecnici di classe, in primis la fotografia al solito creativa e corposa del grande Luca Bigazzi, nonché le musiche di Carlo Crivelli, mentre la sceneggiatura firmata da Placido con Diego Ribon e Heidrun Schleef risulta piuttosto discontinua, con buone intuizioni soprattutto nella prima parte e alcune sequenze che risultano accurate nella caratterizzazione dei personaggi, ma a mio parere anche un abuso di flashback sul passato di Sibilla, di cui alcuni di carattere decorativo/estetizzante, e alcuni snodi narrativi che restano lacunosi. I momenti più drammatici e di conflitto anche fisico fra i due personaggi purtroppo non risultano davvero convincenti per una tendenza della regia ad esasperare eccessivamente il registro narrativo selezionato, e anche a causa di due attori che non sembrano perfettamente a proprio agio, con una Laura Morante che riesce a fare suo e a restituire il dolore di Sibilla di fronte alla follia di Dino con accenti tutto sommato adeguati, ma con uno Stefano Accorsi a tratti eccessivo e troppo esteriore, non al suo meglio di fronte alle performance de "Le fate ignoranti" o "L'ultimo bacio" e premiato piuttosto generosamente con una Coppa Volpi alla mostra di Venezia. In ogni caso, un film che fece discutere e che non merita certamente di essere buttato via, anche perché coraggioso nello scegliere un soggetto spinoso e poco commerciale; Placido in seguito farà di meglio alla regia, ma qui ha inseguito un proprio sogno di film letterario al di fuori delle biografie paludare e convenzionali, centrando solo parzialmente l'obiettivo.
Voto 6/10
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