Regia di Justin Baldoni vedi scheda film
AL CINEMA
Tornata a casa nella propria cittadina di provincia per partecipare alle esequie del proprio padre, la bella Lily è costretta a mettere in evidenza un disagio che la blocca da anni e che ella ha sempre tenuto nascosto, sopportando, al pari della madre, certi violenti atteggiamenti paterni che da sempre hanno caratterizzato le reazioni dell'ormai defunto genitore.
Uscita di scena dall'ambito familiare in modo plateale ed imbarazzante, la giovane si applica per svoltare pagina e aprire a Boston una nuova piccola attività commerciale.
Proprio lì, su una terrazza di grattacielo raggiunta per riflettere sul proprio dolore, troverà nel baldo medico chirurgo Ryle, l'uomo che pare quello perfetto ed ideale, l'unico in grado di cancellare gli incresciosi episodi legati alla sua prima storia sentimentale, finita nel peggiore dei modi proprio a causa del padre.
Ma, conoscendo bene quella persona apparentemente perfetta, emergono situazioni, fatti e reazioni che paiono ricacciare la giovane verso quell'incubo di violenza domestica da cui sembrava invece finalmente lontana.
Il destino ci mette poi lo zampino, ed un incontro fatidico con l'ex amore giovanile finisce per chiarire ogni dubbio e consentire alla ormai neo mamma Lily di maturare la sua scelta più consapevole, difficile ma saggia.
Dal celebre romanzo omonimo di Colleen Hoover, il regista ed aitante attore Justin Baldoni dirige (dopo due opere sentimentali piuttosto note come Ad un metro da te e Nuvole) e si ritaglia il ruolo più controverso e se vogliamo interessante di questo melodramma che sfrutta la violenza domestica per valorizzare l'orgoglio di una scelta difficile ma consapevole di abbandonare chi non riesce a controllare le proprie reazioni, anche dopo essersi pentito e dichiarato disponibile a sottoporsi a cure adeguate.
Siamo nell'epoca in cui troppi episodi di violenza domestica contro il sesso femminile, malmenato, offeso, umiliato e spesso ucciso da una furia maschile ingiustificabile, rende onore e trasforma in successi senza precedenti romanzi, storie e film che si sviluppano su dinamiche e circostanze di fatto davvero poco plausibili e concepibili.
Ma il film, diretto peraltro con professionalità e competenza e interpretato da una magnifica Blake Lively in gran forma, entusiasma, suscita manifestazioni di totale condivisione e fa trionfare l'orgoglio della decisione probabilmente più saggia.
Forte anche di ammiccamenti a ripetizione furbi e ben gestito, e a personaggi di contorno sin troppo costruiti a tavolino per stemperare l'atmosfera tetra che sta alla base della vicenda principale.
Vero è che nei film, come nella letteratura da cui spesso essi nascono o prendono spunto, ma certo un po' meno nella vita reale, le buone novelle entrano in scena quasi sempre in modo repentino ed inaspettato, oltre che statisticamente con modalità quasi sfacciata, e danno la forza di giustificare quel vecchio amore giovanile mortificato e violato, pronto a riprendersi il proprio meritato ruolo salvifico e rasserenatore.
La folla in sala, dove il film sta riscontrando un buon successo a livello planetario, in gran parte femminile, esulta sin quasi all'esaltazione ed esce di sala appagata.
Evviva il cinema.
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