Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un poliziesco vecchio stampo che non ricerca una morbosità posticcia e non gioca sull’estetica videoclip di tanti psyco-thriller contemporanei, seppur sempre belli e affascinati (vedi “Seven”...). Eastwood riprende le atmosfere e i personaggi tipici dei suoi precedenti lavori senza però gettarli al passo con i tempi compromettendoli. Crea di nuovo un poliziotto duro e acido che lavora bene da solo e segue la sua strada. Lo circonda di pesonaggi divertenti, altri più disgustosi, e di donne forti che gli tengono testa (come diverse volte gli è già accaduto... vedi “Brivido nella Notte”). Poi incornicia il tutto in un’indagine lineare, classica, senza sbavature. Un procedimento narrativo che bollerebbe il film di retrò se non fosse che è di Clint Eastwood, quindi dietro a certe scelte c’è una consapevolezza di mestiere che va oltre le mode, oltre le estetiche e le poetiche dei nostri giorni. Preserva infatti il suo stile asciutto e preciso, puntuale come un orologio quando il grande Clint si mette a sparare per strada come se fosse all’OK Corral, regalandoci una scena bellissima con un sonoro eccezzionale che ci dice che il western è duro a morire. Ma anche i luoghi eastwoodiani (nonchè l’uomo eastwoodiano) sono ben presenti: la casa di McCaleb, a parte quando è in pieno sole, è comunque in ombra, offuscata, velata, come le case di tutti i suoi personaggi (eccezzioni rarissime a parte), gli spazi aperti e ariosi in cui gettare uomini che si confrontono alla luce del sole, oppure donne che gli tengono testa, un carattere duro e arido (il suo) che però nasconde molto sentimento, natura umanizzata (qui il mare calmo dei porti) e tanta buona musica.
Il cuore di una donna, e per di più messicana, trapiantato nel petto di Dirty Clint, non è solo una esigenza di copione, tratto dal romanzo di Connelly, ma è invece la principale intenzione del film. E’ proprio grazie a questo continuo rimando all’anima femminile che Eastwood disegna tutto il film dando al suo Terry McCaleb uno sguardo contemplativo sul mondo e sulla vita intenso come quello di una madre col figlio.
C’è di mezzo anche un’amicizia tradita, un promessa mantenuta e un conto in sospeso, ma sono solo temi di contorno che integrano quello principale: un cuore nuovo, una vita nuova, uno sguardo nuovo.
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