Regia di Aurelio Grimaldi vedi scheda film
Rosa Funzeca è un'attempata prostituta che smette la professione per aprire una bancarella al mercato e vivere nella maniera più normale possibile insieme al figlio ormai adulto. Le cose non vanno come previsto e per Rosa l'incubo di tornare sul marciapiede si fa sempre più concreto, ma il figlio non accetta le scelte di vita materne.
Le notti di Cabiria (1957, Fellini) o Mamma Roma (1962, Pasolini)? Il dilemma ha come risposta semplicemente il nome di Aurelio Grimaldi, propagatore di un cinema autoriale (ma non sempre riuscito, va detto a margine) profondamente ossessionato dalla figura di Pasolini, cui aveva già dedicato per intero il precedente Nerolio (1996) e che, per chiudere il cerchio, aveva collaborato con il Maestro di Rimini alla scrittura di Cabiria. Rosa Funzeca risente - pur nella sua ambientazione napoletana - di quelle atmosfere popolari e misere di borgata della Capitale, ma colme di dignità e di cuore, di orgoglio, che tanto avevano affascinato PPP da convincerlo a diventare cittadino romano a tutti gli effetti; e così il siciliano Grimaldi, a ben guardare, in questo film diventa partenopeo all'ennesima potenza. Autore unico del soggetto e della sceneggiatura, il regista sceglie un bianco e nero retrò (fotografia di Maurizio Calvesi, patinata al limite del televisivo) per descrivere al meglio l'abbandono e la malinconia della sua protagonista, una brava - ma effettivamente un po' troppo teatrale, altro elemento di squilibrio - Ida Di Benedetto. Primo Reggiani, Ennio Fantastichini, Aldo Giuffrè, Adriano Pantaleo, Lalla Esposito, Giovanni Rienzo sono gli altri interpreti degni di nota nel film; Grimaldi poco dopo (2003) uscirà con Un mondo d'amore, opera che racconta la vita prima della grande notorietà di un certo Pier Paolo Pasolini. 3,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta