Regia di Aurelio Grimaldi vedi scheda film
Ossessionato dalla figura di Pier Paolo Pasolini, che ha ispirato varie sue regie (su tutte, “Nerolio”), Aurelio Grimaldi firma un remake non dichiarato ma esplicito di “Mamma Roma”, spostato però nella Napoli di oggi. La prostituta Rosa lascia la strada per mettere su una bancarella di fiori, tira fuori il figlio dal collegio e gli trova posto in un cantiere, ma a causa dei debiti deve tornare a battere. Il calco della vicenda è pedissequo, tranne in un finale che volgarizza un disprezzo per l’amore materno già evidente in Pasolini. Ma anche a voler ignorare l’ingombrante modello (e non è forse giusto), il film è meno folle e simpaticamente balordo di altri di Grimaldi, e il bianco e nero non riesce a camuffare una regia sostanzialmente televisiva. Ida Di Benedetto replica il solito numero di “vaiassa”, l’uso delle musiche, pur curioso, è meno riuscito del solito (il Nino D’Angelo sanremese, la “Canzone dell’amore perduto” di Fabrizio De Andrè).
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