Regia di Randall Wallace vedi scheda film
La modestia assoluta di questo film scritto e diretto da Randall Wallace, con il copione di ”Braveheart“, di ”La maschera di ferro“ e di ”Pearl Harbor“, è in testa alle classifiche dei peggiori sceneggiatori contemporanei e permette di rivalutare anche film non riusciti come ”Windtalkers“ dell’ottimo John Woo. Per girare oggi un war-movie credibile, denso e fluido, dopo Coppola, Kubrick, Malick e Spielberg, o si sceglie la strada, più o meno condivisibile, di Ridley Scott di ”Black Hawk Down“ oppure si rischia un teatrino bolso, retorico, piagnucoloso e fasullo, pieno di didascalie per far capire allo spettatore dove il racconto si sposta, dal momento che il racconto non è in grado di farlo. Dopo un melenso prologo con l’addestramento alla guerra, con alcuni appunti sommari su alcuni personaggi di contorno, con le riunioni delle cotonate mogli dei soldati, con sottolineature religiose, ci si concentra sullo scontro tra la cavalleria dell’aria e i vietnamiti nella Valle della morte. Qualche centinaio di americani coraggiosi e incoscienti contro migliaia di nemici. Lo scontro sanguinosissimo è avvenuto realmente nel novembre del 1965. Il film è girato e montato in modo inaccettabile. I dialoghi sono irritanti e burbanzosi. Gibson è fuori parte e la Stowe è sfregiata dai lifting.
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