Regia di Dino Risi vedi scheda film
Esordio di Risi al cinema, su sceneggiatura di Risi e Margadonna (vedi Pane, amore). Piena di ottimi caratteristi futuri e ottimi professionisti come Mogherini ed Heush, e Mario Bava alla fotografia, insomma molto del nostro grande cinema agli inizi. L'idea era buona ma troppa melassa è stata messa, ed il contentino finale, troppo moralista, finisce per rovinare l'iniziativa, già aggravata da varie storielle risapute. Insomma una operazione mancata, affondata in più da una regia insicura e tremolenate.
La storia del sottobosco di cinecitta nell'epoca del post-neorealismo
C'era anche Corrado Pani, nei panni del figlio del produttore
Ai suoi primi ruoli da protagonista, un'immagine non bella del suo aspetto ed un doppiaggio snaturato con la voce di Manfredi (che non è la prima volta che lo ha doppiato), finiscono per immiserire l'interpretazione e la figura.
La bella cattiva, troppo cattiva e truccata da tale per essere credibile
La servetta in eterno, anche perché il suo aspetto non porta ad altro, qui è solo in partecipazione
La ragazza di Sassuolo, che poteva essere la nita giusta del film ma che un finale sciocco l'ha ridotta ad una macchietta venata di sentimentalismo ingiustificato
L'attrice che di solito interpretava ruolo di donna di malaffare, qui tenta la carta della donna per bene, poco riuscita
Esordio non brillante di un regista che ancora si doveva fare, e che è stato grande in presenza di Sceneggiature di ferro, infatti negli ultini anni è ritornato nelle sue debolezze, facendo films dimenticabili..
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