Regia di Todd Haynes vedi scheda film
“Alla fine, so’ sempre le donne che s’a pjano ‘n saccoccia”, commenta una spettatrice al riaccendersi delle luci.
1958, Hartford, Connecticut. Cathy (una bravissima Julianne Moore) è sposata con un affascinante uomo di successo. Ha due figli adorabili, vive in una bella casa, immersa tra viali alberati. Veste abiti eleganti dai colori pastello, cappotti e foulard, gonne a campana. Passa il tempo dal parrucchiere, con le amiche, organizza feste, visita mostre.
Ma scoprirà a sue spese che la vita, la sua vita, è ben lungi dall’essere un paradiso e “come sa di sale” ritrovarsi ad essere gli unici in una stanza, diversi da tutti, allontanati da tutti.
Todd Haynes ci riporta al mélo hollywoodiano in technicolor degli anni 50, il cui più alto rappresentante è stato Douglas Sirk. Ne riprende lo stile, i colori, la fotografia, le inquadrature, i tipi. E lo supera, spingendosi in territori appena sfiorati dalla cinematografia di quegli anni.
Chi emerge, in questo ritratto di una società pervasa di razzismo e perbenismo, è proprio lei, Cathy, la meno forte, la più ingenua, ma a conti fatti, la più coraggiosa e coerente.
Molto di più di una povera donna che può solo “prendersela in saccoccia”.
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