Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Ero andato al cinema a vedere questo film convinto dal trailer molto accattivante, e come al solito purtroppo molto ingannevole, e dalle recensioni entusiastiche che parlavano di autentico capolavoro. La mia delusione è stata così ancora più forte, soprattutto da autentico ammiratore del cinema di Sirk. Quest'opera di Haynes è sicuramente ricchissima da un punto di vista formale, ma completamente priva di anima. Fotografia splendida, scenografie da urlo, ricostruzione minuziosa e correttissima dei favolosi anni cinquanta, in ogni minimo dettaglio, non solo nei paesaggi e ambienti ma anche e soprattutto nei caratteri, nelle psicologie e nelle tematiche (razzismo e omosessualità su tutti). Quello che manca però è il cuore: non si avverte la passione travolgente, disperata, quasi malata che rendeva i più celebri film di Sirk autentici capolavori facendoti piangere a dirotto. Qui manca totalmente il coinvolgimento: regna un'elegantissima maniera, ma non vivi mai le vicende dei protagonisti, non riesci a sentirle tue, non viene catapultato in quel mondo, ne resti completamente fuori, insensibile, freddo, a tratti anche irritato ed infastidito dall'atteggiamento affettato, zuccheroso, costruito e completamente falso della protagonista. Solo nella descrizione dell'amicizia con il giardiniere di colore affiora un minimo di sensibilità e realismo. Un'opera per la quale si può dire che perfetta è la cornice ma insoddisfacente il quadro. E anche gli interpreti non riescono a dare quel tocco in più: Dannis Quaid è troppo gigione, la Moore a tratti insopportabile con i suoi modi carini, disponibili e sempre servizievoli: a volte verrebbe da darle una sberla tanto è tediosa: mai nei film di Sirk si sono trovati personaggi tanto costruiti e irritanti. Per apprezzare davvero il talento miracoloso della Moore per il melò è perciò molto meglio riguardarsi quello straordinario capolavoro di Neil Jordan "Fine di una storia" che nessuno ha visto: lì davvero si piange e si soffre per la protagonista. In "Lontano dal Paradiso" il rischio del comico involontario è spesso dietro l'angolo.
Voto :6-
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