Regia di Daniele Vicari vedi scheda film
Quando nella vita di Stefano Scipioni (Mastandrea), meccanico d'auto a Ostia, fa capolino Claudio (Morroni), un diciassettenne col pallino dei motori, sembra essere finalmente arrivato il momento per saldare i debiti, partecipando ad una gara clandestina con un'auto truccatissima. La vittoria arriva e con essa una lezione di vita che sigilla l'ottimo finale del film.
Dopo l'esperienza con Guido Chiesa, l'esordiente Vicari gira un film su speranze, sogni e cliché del proletariato dell'estrema periferia capitolina. Molto neo-neorealismo, una strizzatina d'occhio al cinema del passato (il Risi de Il sorpasso ma anche il Fellini de I vitelloni oltre naturalmente a Pasolini) e il dosaggio sapientissimo di un clima in perenne precipizio sulla tragedia e che riesce invece a restare miracolosamente sobrio sono gli ingredienti di quest'opera semidocumentaristica sui nuovi miti e i nuovi riti della gioventù di inizio millennio.
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