Regia di Daniele Vicari vedi scheda film
Esce in contemporanea con la mostra di Venezia questo Velocità Massima, un buon film italiano del giovane Vicari.
Pur avendo qua e là i vizi tipici di un prodotto nostrano (dialetto romanesco a tratti gratuito, per esempio), senz'altro esce dal gruppo. Mastrandrea è davvero bravo e gli altri due co-protagonisti sono all'altezza.
Soggetto e sceneggiatura a sei mani si dimostrano abbastanza efficaci, contrariamente alla norma. Nel film si racconta la vita di un meccanico di Ostia (e del suo apprendista) che ha la passione per le corse clandestine in macchina e si ritrova con gli amici nella zona dell'obelisco a Roma, dove gareggia. Benchè la connotazione geografica sia molto sottolineata, non l'ho trovata fondamentale; le stesse passioni, le stesse compagnie, le stesse gare ci sono in molte altre regioni d'Italia.
La regia è buona, con qualche intuizione apprezzabile (a me è piaciuta molto la sequenza in cui Mastrandrea prova per la prima volta la Ford rimessa a posto dal suo apprendista), senza falsi moralismi, sembra quasi tenersi lontano dalla vita dei personaggi. Anzi, sembra quasi voglia dirci: ecco, esiste anche questo, ci sono anche questo tipo di persone, se non lo sapete. Lascia allo spettatore qualsiasi tipo di giudizio.
Vicari è bravo anche nel montaggio, nella scelta delle musiche, per la maggior parte originali (c'è anche qualcosa degli Ustmamö) e nel posizionare la mdp. Certo, ha ancora da imparare ma diamogli fiducia.
Una buona fotografia (luminosa e chiara) confeziona egregiamente il tutto.
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