Regia di Peter Mullan vedi scheda film
La seconda regia dell’attore Peter Mullan è un film coraggioso e sorprendentemente duro sugli istituti religiosi irlandesi destinati alla ‘correzione’ delle presunte devianze femminili, le cui ospiti erano costrette a lavare panni (gratuitamente) per fare ammenda dei propri errori. La vicenda si svolge negli anni ’60 (ma l’ultimo di questi istituti-carcere è stato chiuso nel 1996) e segue tre protagoniste dalle tipologie diversificate: una ragazza che è stata violentata a una festa di matrimonio (la più consapevole), una madre nubile (la più docile), una studentessa che civettava con i ragazzi della scuola (la più ribelle). Loro controparte è la madre superiora, il cui sentimento religioso (ammesso sia mai esistito) è stato da tempo soffocato da una routine infernale: per lei l’istituto è una fonte di introiti e le donne sono manodopera da sfruttare al meglio; esemplare per schizofrenia la scena in cui si commuove davanti alla proiezione di Le campane di Santa Maria, senza rendersi conto della distanza fra la propria vita e gli ideali professati. Unica nota stonata, il prete che abusa di una minorata mentale (e che fornisce lo spunto all’unica scena incongruamente comica): il concetto era già abbastanza chiaro, non c’era bisogno di rincarare la dose.
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