Espandi menu
cerca
Magdalene

Regia di Peter Mullan vedi scheda film

Recensioni

L'autore

tafo

tafo

Iscritto dal 26 febbraio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 29
  • Post 1
  • Recensioni 446
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Magdalene

di tafo
7 stelle

Un film dell'altro secolo e passato speriamo.

Nella cattolicissima Irlanda del secolo scorso, questo accadeva. Una ragazza orfana poteva passare da una struttura all’altra solo perché gli piaceva parlare con dei ragazzi pur essendo sicuramente ancora vergine. Un’altra ragazza per la “colpa” di essere stata abusata da un cugino durante la festa e nell’alcool di un matrimonio non può pensare di passarla liscia e negli occhi impotenti della madre c’è già il suo destino. La terza crede che la sua fede la salvi dal peccato di essere madre naturale senza padre e senza matrimonio e quindi deve accettare di far adottare suo figlio senza poterlo nemmeno allattare. Nella struttura il lavoro rende liberi di non parlare di mangiare poco e male ,dove le suore mangiano molto e bene, di non ricevere visite di essere insomma dimenticate di scordarsi a volte della loro stessa identità. Queste donne sono costantemente controllate e umiliate da suore incattivite dalla loro stessa reclusione e dalla loro missione moralizzatrice di una società puritana e maschilista. Nella struttura il lavoro rende liberi di diventare delle lavatrici umane non pagate che arricchiscono l’istituzione e mentre dovrebbero lavare i loro peccati puliscono in realtà il loro cervello da ogni idea contraria alla logica della  comunità. Le donne sfruttate si convincono della giustezza della loro condizione quando falliscono nel fuggire o quando rinunciano all’idea stessa. La nostra orfana non avendo mai avuto nella sua vita un giorno di libertà le prova tutte per uscire ma non rinuncia consapevole del fatto che nessun fratello minore possa venire a liberarla legalmente. Nella struttura il lavoro rende liberi i religiosi e le religiose di abusi fisici e sessuali senza preoccuparsi delle conseguenze come se gli uomini e le donne di Dio possano violare quella stessa etica che per le ospiti del convento è legge inviolabile. Nella struttura il lavoro rende liberi quelli che stanno fuori di lavarsi la coscienza di considerare queste figlie di Dio perdute per sempre costrette a subire violenza e a minacciare violenza per poter uscire e ricominciare una nuova vita.

Il realismo crudo e essenziale del regista vuole oppore alla logica malata di tali istituzioni ,esistite fino all'altroieri, la contrapposizione netta del cinema di Loach dove deve essere chiaro chi viene perseguitato e chi persegue tali perverse comunità.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati