Regia di John Crowley vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19 - GRAND PUBLIC
Una famiglia perfetta nasce dalle ceneri di un matrimonio naufragato di un giovane ingegnere, Tobias, investito da una ex pattinatrice dotata, ora chef di grido di nome Almut.
Perfetta nell'intimità che si crea tra i due, ma certo non esente da travaglio e problematiche che funestano la solidità di una intesa perfetta.
Problemi di salute che colgono Almut, impongono alla coppia decisioni cruciali come quella di rinunciare agli organi riproduttivi di lei minato da un cancro in evoluzione implacabile, o rinunciare solo all'ovaia più compromessa per poter dare alla luce la figlia che effettivamente i due riusciranno ad avere.
Il regista di Intermission (2093), Boy A, (2007), Closed Circuit (2013), Brooklyn (2015) e Il Cardellino (2019), ovvero l'irlandese John Crowley dirige con grande professionalità e buon ritmo narrativo una sorta di nuovo ed attualizzato Love Story, ove le drammatiche vicissitudini e i travagli di una bella famiglia borghese inglese riescono a essere raccontate facendo prevalere nello spettatore un senso di partecipazione ed affetto per due persone belle non solo esteriormente, in grado di trovare assieme quell'idillio di coppia che li completa, ma non toglie loro alcuna occasione né dal punto di vista professionale, né tantomeno da quello della singola realizzazione.
Un film che rifugge la facile sdolcinatezza, pur affrontando tematiche a forte impatto emotivo, raccontando con lucidità e senza alcun impeto ricattatorio.
Buona parte del merito del film sta probabilmente anche nella assennata scelta dei due attori protagonisti, che trovano in Andrew Garfield e in Florence Plugh la perfetta via per comunicare com verosimiglianza una intesa di coppia che sa andate tre ogni più seria problematica si possa scontrare contro la famiglia nella sua accezione più profonda e convinta.
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