Regia di Mario Amendola vedi scheda film
Una intraprendente ragazza farebbe qualsiasi cosa per conoscere di persona il suo attore preferito, uomo fascinoso e rasato a zero. Saputo che il divo sta cercando un assistente personale, si traveste da uomo per avere quel lavoro; presto però scopre di non essere l’unica ad averci pensato.
Commediola scombiccherata di pochissime pretese, A qualcuna piace calvo è un’ora e mezza di svago senza pensieri nel segno di una comicità ‘a denti stretti’, con un discreto cast e una confezione decorosa, ma anche una trama risibile e pretestuosa. Dirige Mario Amendola, già di per sé una garanzia di leggerezza, di lavoro sbrigativo dietro la macchina da presa; Amendola, Aldo Ramo (cioè Roberto Amoroso) e Nino Stresa scrivono la sceneggiatura: in un cinema italiano straordinariamente attivo e produttivo come era quello del 1960, di titoli come questo ne uscivano a manciate ogni anno, in genere destinati a raccogliere almeno quanto speso grazie alle piccole sale di provincia. Adesso guardiamo con rimpianto a film del genere, certo non per la qualità dell’opera o per l’originalità del racconto – stantio e scioccherello, da qualsiasi punto di vista lo si osservi – ma per la solidità della macchina produttiva che lo sorreggeva. Fra gag scontate e battutine così così, c’è tempo anche per un siparietto canoro e per qualche inevitabile riferimento (velato) al ‘cranio totalitarista’ mussoliniano, ma più per l’impossibilità di svicolare l’argomento che per reali connessioni logiche con la trama del lavoro. Sullo schermo, tra gli altri: Tiberio Murgia, Magali Noel, Alberto Sorrentino, Pupella Maggio, Gisella Sofio, Antonio Cifariello, Roberto Risso, Alfredo Rizzo, Giuseppe Porelli, Joe Sentieri, Mario Carotenuto ed Enzo Garinei. Le musiche originali sono di Armando Trovajoli. 2,5/10.
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