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Il lago in pericolo

Regia di William Cameron Menzies vedi scheda film

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La recensione su Il lago in pericolo

di Baliverna
7 stelle

Tema non raro nei film di quegli anni, ma trattato e realizzato con dignità.

È uno dei tanti film di quel periodo sul pericolo comunista, sì, ma è abbastanza ben fatto e lo si guarda volentieri fino alla fine. Di inedito, tuttavia, esso mostra la collaborazione di un medico ex-nazista con i sovietici.
Qualitativamente, è un tipico di prodotto della Hollywood di quegli anni, dove, anche se non erano film autoriali e particolari, godevano di un livello artistico dignitoso, perché tutto era fatto correttamente e con misura; mi riferisco anche alla gestione dei tempi cinematografici, alla fluidità e alla coerenza della trama. E i dialoghi non erano mai banali.
Al centro di questo film vediamo il tema dei laboratori per armi biologiche, che vengono giustamente ritratti come luoghi dove si sviluppano armi micidiali, che puntano a sterminare grosse fette della popolazione. Oltre a ciò, gli incidenti e le contaminazioni sono sempre dietro l'angolo, come per il lago del film: un tempo pieno di trote, ora luogo sterile e privo di vita. Questi laboratori, nella realtà, non erano certo appannaggio dei soli nemici degli Stati Uniti, ma anche della Confederazione a stelle e strisce stessa, che non ha mai disdegnato la ricerca e la creazione di armi batteriologiche, come ancora oggi.
Il regista, tal Williamo Cameron Menzies, dirige con buon mestiere, e riesce a creare nel villaggio un'atmosfera di sospetto e minaccia, oltre che di generale ostilità dei poco allegri abitanti. Uno dei più musoni e inquietanti è di certo quello interpretato da Raymond Burr (il Torbald de “La finestra sul cortile”), attore al quale sono sempre riusciti molto bene i ruoli di personaggio antipatico e persino odioso. Il protagonista, dall'altro lato, è forse un tantino troppo intrepido e leggero nel modo che ha di porsi in una situazione di pericolo per la propria vita. Sono efficaci e verosimili, invece, alcuni personaggi secondari, come l'uomo con il cagnolino e la donna della casetta, che fa la spia: senza andare sopra le righe, sono tipi umani viscidi e inquietanti.
Se amate il cinema classico, accomodatevi. Non vi annoierete.
P.S. IIl titolo originale "The whip hand" significa "La mano che regge la frusta".

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