Regia di Jacques Tati vedi scheda film
Non avevo ancora subito questa interminabile carrellata di macchiette e personaggini buffi senza una libbra di psicologia, gag teatrali reiterate e telefonatissime, silenzi arbitrari e interrotti quando proprio non si può più star zitti. La spontaneità del quotidiano mi sembra più esilarante di questa artificiosa carambola di pretesi non-sense, situazioni forzate e sofisticate che vorrebbero ritrarre il mondo ma finiscono solo col compiacere il proprio estro. La sgraziata compostezza di Hulot/Tati non ha nulla di verosimile e, personalmente, non mi smuove un sopracciglio. Detestabile.
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in ogni caso perchè il termine "teatrale" assume nelle tue parole una connotazione negativa? Impostazioni teatrali sono anche in Fassbinder ne "le lacrime amara di.....", ma non per questo il giudizio di insieme è negativo, anzi. Cmq, ognuno ha i propri gusti e qunado sono ben motivati (come nel tuo caso), ho il max rispetto, anche se ovviamente non li condivido
In Fassbinder la teatralità è una scelta stilistica consapevole, e anche un mezzo efficacemente tradotto in cinema, non solo in Petra (per altro piece scritta da lui) ma anche in Querelle; in Tatì, per me, rimane un limite espressivo, uno strumento che non si traduce mai in cinema....
io invece non trovo nulla di "non-consapevole" nel cinema di Tatì; teatralità o meno che sia....il tutto si traduce in un "cinema alieno" da qualsiasi altro, che non significa non guardare a certi autori del tempo che fu. P.S. ovvio che il discorso su Fassbinder non valga solo per "Le lacrime amare di...."; mi pareva sottinteso....
d'accordissimo sull'"alienalità" del cinema di Tatì, meno sulla consapevolezza (a me pare alquanto stralunato), ma, ribadisco, ciò che tu identifichi come pregio per me rimane un difetto. E comunque non vedo dove sta il problema se a me il cinema di Tatì non piace. Io me ne son fatto una ragione ;)
non c'è nessun problema...dormo bene la notte cmq ;)
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