Regia di Yim Ho vedi scheda film
Pearl S. Buck - il suo libro più famoso è “La buona terra”- era una scrittrice amata soprattutto dal pubblico, nonostante un Pulitzer e un Nobel. I suoi genitori erano missionari presbiteriani in Cina, paese dove trascorse molti anni e quei panorami sono lo sfondo prediletto, l'intermittenza distonica del cuore, delle sue storie che come certi piatti esotici sono manipolate tenendo conto delle abitudini e del gusto occidentale. La produttrice, sceneggiatrice e attrice Luo Yan ha adattato per lo schermo un altro romanzo della Buck, “Pavilion of Women”. Il film è la versione orientale di certi prodotti europei con la patina, gli odori e le atmosfere di culture locali da smerciare sul mercato planetario. La recitazione artificiale e legnosa degli interpreti, i dialoghi collosi, l'immersione in apnea (senza risalite) nel melodramma, la fiducia insensata nella morsa stucchevole della colonna sonora, le tante banalità del copione funestano questo ritratto di un matriarcato con complicazioni culturali, sociali e concubinesche ambientato alla fine degli anni ’30. La regia di Yim Ho non può arginare le sbavature noiose e la luce da pellicola da modernariato.
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