Regia di Mark Romanek vedi scheda film
Mark Romanek riesce a creare, in questo film, un’atmosfera alquanto inquietante: le musiche, un periodo autunnale con sempre un po’ di vento che smuove le foglie secche cadute dagli alberi, e poi questo centro commerciale sempre semideserto, scaffali tutti con la merce perfettamente allineata, con questi neon e queste luci bianche che riflettono su superfici lucide e trasparenti quasi come specchi, ampi spazi e arredamento ridotto all’essenziale, in modo da concentrare tutta l’attenzione sull’addetto del reparto sviluppo e stampa fotografie : Sy Parrish; un ometto sorridente, cordiale con la clientela, esperto nel settore fotografico. Robbin Williams configura subito questo personaggio : un uomo di mezza età, apparentemente molto perbene, che ispira fiducia e simpatia, conferendogli allo stesso tempo, uno sguardo particolare, profondo, misto di tristezza e rassegnazione, che nasconde dietro quella facciata di uomo comune, una persona alquanto turbata e psichicamente instabile. Una persona in effetti che soffre moltissimo, senza darlo a vedere, la malattia è la solitudine, e questa malattia lo porta a desiderare una famiglia, degli amici, delle persone a cui dare affetto e riceverne altrettanto, Ma un giorno sarà lui stesso, Sy Parrish, a scegliere con chi condividere la vita, sceglierà una coppia di giovani coniugi, un classico esempio di famiglia perfetta, padre, madre e figlio, sempre sorridenti. Grazie alle fotografie portate a stampare periodicamente, come clienti del centro commerciale e accuratamente riprodotte e custodite nella propria abitazione, egli comincerà a conoscerli. Sy Parrish, solo in casa, la sera, osserva quelle foto che esprimono momenti di gioia, serenità, amore, e accarezzandole dolcemente avverte tutto l’affetto che può dare una famiglia, così comincia a nutrirsi del calore effuso da quelle immagini così come una pianta si nutre della luce del sole, a tal punto da non poterne fare più a meno. Finalmente è riuscito a trovare qualcuno che stesse al suo fianco anche se solo attraverso delle figure, qualcuno che possa colmare il suo bisogno di amore. Frugando, così, istantanea dopo istantanea, nella loro vita, agli vi entra a far parte, cominciando a condividere e a partecipare emotivamente sempre di più, anche negli aspetti più privati, non riuscendo più a capire che la sua vita è tutt’altra, no, non ammette che loro possono vivere come vogliono, possono comportarsi come gli pare senza rendergli conto di quello che fanno o che pensano, no, ora è lui l’artefice dei loro destini, e allora tutta la sua follia, tenuta compressa dentro di se fino a quel momento, esplode, non consentendo più di controllare i propri gesti che daranno sfogo a tutta la sua ossessione e pazzia. Robbin Williams, in questo ruolo, che doveva essere di Jack Nicholson se non vi avesse rinunciato, supera se stesso, interpretando un personaggio di grande complessità senza cadere nel solito psicopatico allucinato come spesso si vede al cinema.
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