Regia di Mark Romanek vedi scheda film
L'obiettivo è fisso sulla solitudine che attanaglia come una morsa alla gola il meno che ordinario Sy Parrish impiegato che più che un uomo sembra un automa, addetto allo sviluppo delle fotografie.La sua solitudine è alleviata dalla felicità patinata in formato 10 X 15 che vede fissata sulle pellicole che sviluppa,E non resiste alla tentazione di portarsi qualche souvenir a casa della famiglia che ha eletto a proprio modello di riferimento,qualche copia di quelle testimonianze private di un pezzetto di felicità apparente.E la parete della sua stanza diventa un patchwork fatto di quei frammenti in una delle scene più impressionanti del film.One Hour Photo è un thriller che parte dalla quotidianità,uno spunto che quasi ricorda il romanzo Il delitto della terza luna da cui hanno tratto film come Manhunter e Red Dragon,un'opera che trae linfa vitale dalla grandissima prestazione di Robin Williams alle prese con un personaggio silenzioso,anonimo,una di quelle facce destinate sempre a fare tappezzeria in qualunque luogo si trovi.La perfetta antitesi dello stile attoriale ipercinetico e logorroico di Williams.Anche lo stile della regia è assai misurato,lontano dallo stile pubblicitario che era il pane quotidiano di Romanek fino a qualche tempo prima di questo film.La vita di Sy è descritta in tutto il suo grigiore:al celeste spento del posto di lavoro,ai colori asettici del laboratorio di fotografia si aggiunge il bianco sporco della sua stanza.Una vita ai limiti della monocromia che viene ravvivata solo dal colore urlato dalle fotografie che sviluppa.Gli urlano in continuazione la sua mediocrità.E l'ometto all'apparenza inoffensivo prende gradualmente le sembianze del maniaco.E fa veramente paura molto più di qualsiasi demone partorito dalla più fervida delle immaginazioni.La realtà vista dalla prospettiva adulterata di Sy ai cosiddetti normali fa paura.Già i cosiddetti normali.Siamo sicuri che tra Sy e gli Yorkin la presunta famiglia modello americana a cui il presunto maniaco aveva rubato istantanee di ogni rullino sviluppato sono questi ultimi la rappresentazione della normalità?Ecco forse il finale con le foto di corpi avvinghiati che sembrano più nature morte per come sono messi in posa a dimostrare qualcosa di già ben conosciuto è il tentativo estremo di Sy di rientrare nella schiera dei cosiddetti normali.Sempre dalla sua prospettiva adulterata....
il ritmo che langue aggiunge se possibile suggestione
eccellente
come attrice non è clamorosa,come donna assolutamente si
non memorabile
ok
ordinario
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