Regia di Mark Romanek vedi scheda film
Stupisce notare come molti degli opinionisti di One hour photo appuntino un finale debole o di scarso appeal. Dubito che l'abbiano decifrato appieno. La conclusione del film sottolinea con minimi appigli la certosina sagacia di Sy, ne esplica le patologie esaltandone la genialità nel contempo malata e buonista. Confeziona l'esatto epilogo procedendo da un decorso squilibrato sulle tracce del meticoloso, solitario e disadattato Sy/Robin Williams, dei suoi sogni irrealizzati, del suo lavoro paziente, del suo concetto di foto come architettura estetica alla ricerca dell'anima degli oggetti. E chi fotografa l'anima degli oggetti ha un vantaggio in più nella visione di questo film. Un grosso vantaggio. Il finale stupirà che è riuscito a curiosare nella dimensione Sy. Chi si è lasciato trasportare un gradino oltre l'apparenza. Lascerà delusi tutti gli altri.
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