Regia di Mark Romanek vedi scheda film
“One our photo” è la storia di Sy Parrish (Robin Williams), addetto allo sviluppo delle foto in un grade supermercato americano. Sy, metodico e silente, si rivela allo spettatore con gradualità, mostrandosi per quello che è: non un pacato americano medio della provincia, bensì un meticoloso scrutatore della vita altrui, un maniaco voyerista. In particolare, Sy conosce a perfezione la vita della famiglia Yorkin, di cui conserva in casa un vero e proprio archivio storico. La sua è un’ammirazione per una sorta di personificazione dell’American Dream che egli non potrà mai raggiungere. Ecco perché, quando alcune foto rivelano un’incrinatura nella vita degli Yorkin, l’equilibrio mentale di Sy si altera e finisce per dar sfogo alle più recondite e perverse reazioni, sentendosi autorizzato a fare da giudice/mediatore/giustiziere. Sy si tramuta nell’ideale “Zio Sy” e la punizione ha inizio.
Mark Romanek mette in scena un dramma della solitudine, un’insoddisfazione latente che alla lunga svela il fuoco che si cela sotto la cenere. Lo fa sfruttando la performance, al solito perfetta e sartoriale, di un algido Robin Williams, in versione biondo platino. Il ruolo di Williams è complicato, ma alla portata della sua bravura e del suo trasformismo.
Tuttavia il film non decolla mai e le falle nella sceneggiatura, in primis in fase di caratterizzazione, (l’amante del capofamiglia Yorkin o il direttore del SavMArket, che pure hanno ruoli fondamentali nella storia) rappresentano una pecca non trascurabile.
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