Regia di Franco Piavoli vedi scheda film
Storia di uomini e donne, animali e piante in un pomeriggio di agosto.
Aimai-je un rêve?
Dunque, ho amato un sogno?
…
S. Mallarmé, L’après-midi d’un Faune
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Pomeriggio d’estate, cicale nei campi di stoppie riarse, verde cupo di alberi sul confine del cielo.
Covoni arrotolati lasciano strisce chiare sulla terra scura.
Due pilastri di vecchia pietra bruna e una strada bianca, dritta.
Un’aia, una fuga di portici, archi e volte a botte.
Un cane abbaia.
Attrezzi agricoli e covoni impilati nel magazzino, un operaio si appoggia al muro.
Luce e ombra, ocra e nero.
Il cielo è terso, pallido nella calura estiva.
E’ il colore del nord, lapislazuli e cobalto sono di un sud lontano.
Finestre aperte, un giardino antico, vecchi vasi e cespugli fioriti.
Sul tavolo in giardino resti di cibo, una brocca d’acqua, una formica si arrampica su una pesca.
Un uomo, sua moglie, due figlie.
Le ragazze scappano via ridendo, la donna e l’uomo restano, poche parole, il caffè si prende dentro, in salotto.
Una madre, tante rughe e lunghi capelli dorati raccolti a nodo, ricordo di una bellezza.
Dentro, scale, corridoi, un vecchio a letto, malato.
Mucche pezzate sdraiate a terra nel pascolo, grassi maiali rosa nell’aia, dormono o grufolano.
Due neri a torso nudo spingono i covoni sotto il sole. Parlano a voce alta, le parole sconosciute si mescolano a Gnossienne di Satie dalla finestra aperta.
Una ragazza suona il piano, un nero ascolta in giardino.
L’uomo ha palpebre pesanti, dal televisore arrivano immagini e rumori. Si addormenta, sogna.
Un lungo sogno rompe la magia del silenzio meridiano, salgono a galla demoni e visioni, alterazione dello stato di coscienza, il sogno è l’infinita ombra del vero.
La donna compone quadri di foglie e fiori secchi, nel silenzio si sente il suo pensiero…
Si guardavano, muti, senza parole, l’uno vicino all’altra, ma al primo soffio di vento…
La ragazza dai capelli rossi corre nel prato, spia tra i cespugli il ragazzo che nuota veloce nel fiume.
La calura umida gonfia il cielo di nuvole, i contadini corrono sotto sferzate di pioggia, le piante si piegano al vento, le foglie brillano, l’acqua del fiume ribolle.
La donna è sulla porta, guarda la pioggia. La madre è in città, si muove lenta nel traffico, scende in stazione e aspetta, i capelli si sono sciolti dal nodo.
Un melograno. Il vecchio lo apre, lento, i semi cadono sul lenzuolo.
Sul greto del fiume un gruppo di neri suona Lukuji, musica rituale. Cantano e si muovono al ritmo delle percussioni. L’uomo li guarda dalla finestra, la donna guarda dietro una grata.
I corvi gracidano lontani, l’acqua del fiume ora è calma e rosata.
La madre sul pontile grida “Jean”, a lungo.
Nessuno risponde.
Nel vecchio salotto la musica riprende
https://www.youtube.com/watch?v=PLFVGwGQcB0&spfreload=10
Tramonto rosso fra nuvole nere sfilacciate, la tempesta è passata, i capelli rossi della ragazza grondano d’acqua,il ragazzo è sparito lontano sul motorino.
La donna è ferma nel risucchio d'ombra della stanza. Una lacrima è incerta.
Rimase immobile, i piedi inchiodati alla terra.
Si guardavano, muti, senza parole, l’uno vicino all’altra,come le querce che hanno radici nei monti e sono immobili…
ma al primo soffio di vento si agitano e sussurrano senza fine.
Così, a quel modo, iniziarono ad amarsi.
Ora ogni incantesimo è finito e la debole forza che mi resta è solo mia.
Ombre si allargano sull’acqua, nel cielo strisce di luce fra strisce di nuvole nere.
Gli alberi come sagome scure all’orizzonte.
Primo piano frontale: l’uomo alla finestra guarda il cielo,.
Controluce su piano americano: la donna è di spalle, la finestra è un’altra.
Un cipresso nasconde la luna tra i rami.
Il vecchio è sveglio, le stelle scorrono nel cielo.
Un grillo canta.
Impressioni nel tempo, introspezione visiva, pomeriggio torpido di atmosfere, macchie sonore, cromatismi.
Guardare il tempo.
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Ora ogni incantesimo è finito e la debole forza che mi resta è solo mia.
A.Rodio, Le Argonautiche, libro III
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