Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
La tormentata vita della poetessa Alda Merini, dalla difficile infanzia e adolescenza e dall'infelice rapporto con la madre fino alla ferma decisione di scrivere poesie; dall'incontro quindi con Giacinto Spagnoletti a quelli successivi con Giorgio Manganelli e Salvatore Quasimodo. Divenuta ormai un nome abbastanza popolare nell'ambiente letterario, Alda viene fatta internare dal marito a causa delle sue crisi isteriche. Uscirà dal manicomio dopo otto anni, ma la sua vita non sarà mai più la stessa; la sua produzione letteraria però si farà sempre più intensa.
È andata decisamente meglio a Patrizia Cavalli, omaggiata dalla Rai con il documentario Le mie poesie non cambieranno il mondo in questo stesso 2023; la più nota collega di penna Alda Merini ha invece avuto la sfortuna di vedersi dedicata dalla televisione di Stato una fiction, per quanto firmata in regia da Roberto Faenza e con Laura Morante nei panni della protagonista. E, come è purtroppo noto, le fiction Rai di questi anni tendono ad andare spesso e volentieri qualitativamente al ribasso: Folle d'amore è a tutti gli effetti un tributo discutibile, non proprio riuscitissimo insomma, a una delle presenze femminili maggiormente importanti nella storia della letteratura del Novecento italiano. Un tributo che prende spunto dalla biografia Perché ti ho perduto, scritta da Vincenza Alfano, con una sceneggiatura del già citato Faenza e di Lea Tafuri a cui collabora Arnoldo Mosca Mondadori – che, come il film spiega, ha conosciuto di persona e da vicino Alda Merini. Un tributo, infine, che sfrutta la facile e grezza retorica di questo tipo di prodotti per portare al più vasto pubblico casalingo la sottilissima, a tratti sublime levità dei versi della poetessa milanese: un incontro che per forza di cose non può funzionare. È tutto troppo grossolano e stilizzato, troppo poco – per essere chiari in maniera definitiva – poetico in questo lavoro, nonostante i nobili intenti e le buone aspettative derivanti dai nomi che compongono il cast tecnico e artistico; a tale proposito vale la pena sottolineare la scarsissima somiglianza tra Laura Morante e Alda Merini, che non aiuta granché. 4/10.
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