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Secretary

Regia di Steven Shainberg vedi scheda film

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La recensione su Secretary

di tafo
6 stelle

Una commedia sadomasochistica per un opera che promette tanto e mantiene poco.

Potenza di un trailer che lasciava immaginare chissà quali trasgressioni di una protagonista della quale si esaltavano le capacità anatomiche. In realtà i problemi di battitura della nostra segretaria si aggiungevano ai problemi psicofisici di una ragazza fragile piena di tic che cerca attraverso il lavoro di vivere una esistenza normale. Il rapporto di lavoro diventa qualcosa di diverso quando il nostro avvocato scopre tutti questi tic e le conseguenti tendenze sadiche della sua dipendente , capisce cioè il suo bisogno di violenza fisica come ricerca di un  piacere che gli evita di procurarsi ferite più gravi. Quando l’uomo capisce che questo tipo di pratiche non piacciono solo a lei, lui decide di troncare la collaborazione con la donna che non vede altro che la necessità di soddisfare le sue e le loro perversioni. Lei non ama che lui anche se quest’ultimo non vuole accettare il fatto di esserlo anche lui. Lei ha trovato la sua anima gemella , lui la sottomette pensando di farla scappare ma invece lei resta non sapendo che farsene di un uomo che fa sesso in modo tradizionale. Le sue turbe possono finire solo grazie ad un uomo che sa come prenderla ma che non vuole stabilizzare quella unione. La ricerca di un certo tipo di erotismo diventa soltanto la conquista della stabilità borghese passando dalla fuga con abito nuziale con prova d’amore che elimina gli ultimi dubbi sul matrimonio. La trasgressione si risolve nella ricerca quasi comica di gente con cui condividere le proprie pulsioni sessuali più da ridere che da piangere, un film più buffo che tragico più Woody Allen che De Sade. Il confine tra piacere e dolore è  sempre sottile cosi come la differenza tra un film che non ha paura di essere veramente scabroso e questo film  che ovatta tutto in nome dell’happy end.

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