Regia di Steven Shainberg vedi scheda film
«Felicità è… un sadico che incontra un masochista». Lee (Gyllenhall), è una masochista di quelle toste, ci dà giù con lamette e teiere bollenti. Finché non viene assunta come segretaria da un avvocato un po’ bizzarro (Spader), che alleva piante tropicali in ufficio e le rivela il mondo dello spanking: ad ogni errore di battitura, la punisce con sonore sculacciate, che diventano presto lo sport preferito dai due. E scatta l’amore. Piccola rivelazione del Sundance 2002, dove John Waters si è inventato un premio apposta per segnalarlo, Secretary è tratto da un racconto scritto da una donna, e la sceneggiatura è della teorica e drammaturga (post?)femminista Erin Cressida Wilson. Il punto di vista del film in effetti è quello della ragazza, e la storia è alla fine quella di un viaggio fiabesco di scoperta reciproca. La regia ha tempi e stile, e Spader fa da spalla efficace a una strepitosa Gyllenhall, buffa e a suo modo sexy: i duetti di sguardi tra i due sono da coppia comica di classe. E mentre la commedia romantica hollywoodiana pare stramorta, ben vengano filmini come questo, intelligenti e vivaci, con storie ambigue, non scontate né moraliste, film che sembrano fatti oggi e non con gli scarti di cinquant’anni fa.
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