Regia di Rolando Colla vedi scheda film
Il libro da cui questo film prende spunto, La guerra in casa di Luca Rastello (Einaudi), è uno dei resoconti più toccanti e precisi che siano stati fatti sulle nuove guerre. Nonostante questo, nonostante Rastello collabori alla sceneggiatura, e nonostante il film sia stato girato davvero in Bosnia e tiri fuori un tema che non è mai stato raccontato al cinema, gli esiti sono in ogni senso deludenti. Non è tanto la messinscena sciatta e punitiva a infastidire, ma semmai l’incoerenza. La storia si appoggia a mille trucchetti narrativi, nel raccontare di un giovane medico militare (ma frequentatore di centri sociali) che convince la figlia di un ufficiale a riposo a prendersi a cuore un profugo bosniaco, fino ad andare oltre il confine per prelevarne la figlia. I personaggi subiscono repentine prese di coscienza, e tutto il film è zavorrato da ralenty e flashback atroci della Galiena bambina. È interessante la prospettiva di vicinanza scelta dal soggetto (i profughi, appunto la ”guerra in casa“), è evidente il coraggio produttivo con cui l’impresa è stata realizzata (anche degli attori, Galiena in testa), ma il film non riesce assolutamente negli intenti nobilissimi che si prefiggeva.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta