Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Primo capitolo della "trilogia della morte" firmata Gus Van Sant. "Gerry" è un piccolo gioiello del cinema indipendente sperimentale. Da non perdere.
Primo capitolo della trilogia della morte di Gus Van Sant.
Esattamente come i successivi "Elephant" e "Last Days" Gus Van Sant affida tutto alla sua maestria nel saper girare con eleganza e delicatezza, ai silenzi, agli spazi che in questo caso sono infiniti e naturalmente alla sperimentazione che non purtroppo non sempre è stata gradita alla critica e al pubblico.
Un film come "Gerry" è un film che al botteghino può fare ben poco, questo comunque non significa che ci troviamo di fronte ad un film che non merita attenzione...anzi "Gerry" è un film che merita la massima attenzione per risucire a capirlo al meglio.
Perdersi, perdersi totalmente. Questo è "Gerry" in pillole.
Perdersi non solo in un deserto, ma perdersi anche dentro se stessi, due amici, due ragazzi che camminano, discutono, litigano, si perdono appunto.
Il cielo sopra di loro che come vedremo in "Elephant" torna sempre ad avere un qualcosa di minaccioso, un avvertimento nascosto, ignorato o forse inascoltato da parte dei due ragazzi che marciano verso l'ignoto.
Alle loro spalle il vento e Gus Van Sant che li segue, in silenzio, gli osserva, gli studia, ma esattamente come noi spettatori non li capisce, almeno non fino in fondo.
Recensire un film come questo secondo me è una cosa quasi inutile, è un film che merita di essere visto e poi riflettuto in silenzio, e nel silenzio rivivere ogni singola e bellissima inquadratura che Van Sant ci regala per mezzo di questa sua opera.
I lunghi piani sequenza di Gus Van Sant accompagnati da una musica sublime sono un qualcosa di poetico e secondo me allo stesso tempo anche inquietante. La musica talvolta triste, un piano che si adatta perfettamente allo stato d'animo dei due protagonisti, oppure una musica eseguita con sintetizzatori che sottolinea il totale senso di stanchezza e smarrimento dei due.
E alla fine ? In una situazione del genere non poteva spuntare (anzi ri-spuntare) fuori la legge Darwinana, la legge del più forte che prevale sul più debole. Ma cosa succede realmente alla fine ? Omicidio ? Senso di pietà ? Azione estrema per mettere fine alle sofferenze ? Odio ? Cosa è successo ?
Domande a cui il regista giustamente non ci da risposte, perchè molto probabilmente le rispsote ci sono, ma sono talmente "internate" nel più profondo e oscuro lato dell'animo umano che una persona "esterna" non potrebbe mai "decifrare" o quanto meno capire.
Quindi lasciamo decisioni incomprensibili ai protagonisti, a noi rimane quello che abbiamo avuto all'inizio della pellicola, il silenzio. Un silenzio che forse non ci sembrerà più neanche tanto disturbante come all'inizio del film, forse perchè quando ci siamo resi conto che non potremo mai trovare un senso ad ogni cosa...è meglio il silenzio.
Gus Van Sant è uno dei registi di riferimento per il mondo del cinema indipendente, un maestro nel saper girare con esperienza e maestria ed è un vero e proprio autore della sperimentazione.
Come ogni autore che si rispetti anche Gus Van Sant ha i suoi tocchi inconfondibili, può piacere o no, magari non è un cinema per tutti, ma lo è sicuramente per chi ama un certo tipo di cinema che non punta per niente all'intrattenimento ma a far splendere il cinema come forma d'arte.
"Gerry" è un film difficile, strano per chi non è abituato a vedere un certo tipo di cinema, ma è da vedere assolutamente.
Un piccolo gioiello del cinema indipendente da non perdere.
ClintZone
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