Regia di Neil LaBute vedi scheda film
Le storie d’amore nel cinema contemporaneo soffrono quanto le commedie. Ci sono poche commedie riuscite perché molte difettano per la sceneggiatura, per i tempi di regia, per la credibilità degli attori. I film ad alto potenziale romantico hanno problemi analoghi. L’amore “sceneggiato” dovrebbe avere una proprietà transitiva (dallo schermo alla platea) e innescare una costellazione di false identificazioni. Il romanzo di A.S.Byatt, “Possession” elabora abilmente un’eco tra due storie d’amore, una contemporanea e l’altra d’epoca vittoriana: la coppia di oggi si forma sull’onda emotiva dell’amore segreto tra due poeti svelato dalle carte e dalla filologia. Addirittura i due studiosi sono così presi dai propri oggetti di analisi che finiscono con il sovrapporvisi. Neil Labute, regista di alcune delle scie contorte delle identità emotive e sessuali di oggi, non è il cineasta più qualificato per descrivere questo viaggio sentimentale ai confini del tempo e l’incantamento di una passione malinconica e anacronistica. Il cast, in cui due delle donne del passato sembrano le copie della Streep-donna del tenente francese e della Adjani-Adele H. e Paltrow e Eckhart hanno l’intesa di due estranei che si ritrovano casualmente nella stessa biblioteca, stinge il dagherrotipo della vita (letteraria).
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