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Insomnia

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Insomnia

di Baliverna
6 stelle

Un detective vuole così tanto incastrare maniaci e assassini che alle volte fabbrica prove e fa il doppio gioco con i delinquenti. Non starà forse esagerando?

E' girato tecnicamente bene, ma non per questo tutto fila liscio. E' evidente che nelle intenzioni dello sceneggiatore la pellicola vuole riflettere sulla condotta del protagonista, perché essa è costituita sostanzialmente da legalità ed onestà intrecciate all'inganno e al doppio gioco. Certo, questi ultimi due elementi hanno un fine buono nelle intenzioni del poliziotto, ma questo è accettabile? Sostanzialmente il detective interpretato da Al Pacino dà un colpetto e un'aggiustata alle prove, per inchiodare chi sa essere il colpevole. E' corretto fare il doppio gioco? Ma io mi chiedo anche se non sia sempre possibile l'errore: è più perdonabile un errore fatto onestamente, infatti, che uno fatto con la presunzione di aver capito tutto e manipolando le prove.
Questo il discorso, dunque, che non è nuovo al genere polizioesco. Io l'ho capito anche per averlo visto altrove, ma non posso dire che la sceneggiatura svisceri bene il problema e conduca un discorso con un capo e una coda. Sembra anzi che esso si aggrovigli con il procedere del film, e che alla fine ci ritroviamo con un nodo di cui abbiamo perso i due capi. Non è chiaro, infatti, se la condotta del protagonista abbia un effetto positivo, né se sia moralmente approvabile nelle intenzioni di sceneggiatore e regista. Per sezionare bene questi argomenti delicati e complessi ci vuole il bisturi, cioè la chiarezza e la meticolosità, ma di questo essi evidentemente sono sprovvisti. Per farsi un'idea di film con argomenti simili ma molto superiori nei risultati, basta vedersi "Vivere e morire a Losa Angeles" di Friedkin, o "Ispettore Callaghan: il caso Scorpio e tuo" die Siegel.
La sceneggiatura mette molto meglio a fuoco i personaggi dei giovani, cioè la ragazza vittima, l'amica e il ragazzo tradito, facendone un terzetto credibile, che i dilemmi morali di cui sopra.
Precisato questo, è un discreto thriller con un'ambientazione originale. Pacino è al solito grande, e molto credibile quando fa vedere il suo personaggio distrutto dall'insonnia. Robin Williams, diciamocelo, è fuori dal suo ambiente ed è poco verosimile come subdolo maniaco, che tenta di suscitare compassione e di ammantare il suo omicidio di una certa rispettabilità. L'attore non sembra neanche impegnarsi troppo. Brava invece mi è sembrata la giovane assistente interpretata da Hilary Swank.

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