Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Metti tre pezzi attoriali da novanta al servizio di uno dei registi contemporanei più teorici e glaciali. Sdogana da ruoli rassicuranti e piacioni il più bonaccione e simpatico dei tre, Williams, e vestigli addosso i panni dello psicopatico, quello vero, in qualche modo ancorato ancora alla normalità. Cuci addosso alla star Pacino un ruolo come altri nella sua carriera, il detective esperto e segnato nel passato, sporcandolo però nell'etica personale e professionale di un disgraziato omicidio forse solo in parte accidentale, da togliere letteralmente il sonno. Giocati la Swank come jolly, bella, giovane, ingenua ma non troppo, ligia al dovere, desiderosa di rendere il giusto servigio a ruolo e divisa, intelligente, comprensiva e in ultimo meno irreprensibile di quanto non si pensi, anch'essa presa dentro le trame di una storia che annebbia i confini tra bene e male, confondendo la vista ai protagonisti e fors'anche la visione allo spettatore. E poi cala la vicenda nella terra di nessuno, un'Alaska lontana, borderline, privata dell'unità temporale giorno, spaccata dagli elementi, priva d'anima. Ecco dunque Insomnia. Nolan usa come sempre molto bene la testa, gestisce con ordine e raziocinio le tessere del mosaico, si staglia pesantemente all'orizzonte dei suoi film come un Moloch inquietante, meno ingombrante moderno
formale ed elegante di Fincher, ma indubbiamente scuro e latitante pure lui dalle parti del cuore, carattereistica che lo accomuna al collega americano in modo evidente.
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