Regia di Oliver Parker vedi scheda film
Commedia degli equivoci firmata Oscar Wilde, con un cast di lusso
Colin Firth, Ruper Everett e Judy Dench in una commedia basata su un soggetto di Oscar Wilde. Con queste premesse ci si aspetta già di andare sul sicuro e c’è da ammettere che infatti si resta più che soddisfatti e col sorriso sulle labbra dopo aver terminato la visione di questa riuscita trasposizione cinematografica di quella che è sicuramente una delle opere teatrali più note dell’eclettico e cinico drammaturgo e poeta inglese, il quale qui ironizza con il suo solito umorismo sferzante, pungente eppure raffinato, sulla falsa morale delle classi alte, basata tutta sull’apparenza e sulle convenzioni, e restia ad accettare l’emergere sempre più significativo di un nuovo ceto, quello borghese, che oramai stava acquisendo sempre più peso nella società dell’epoca.
La trama ruota attorno ad una serie di equivoci legati al nome Ernest (in inglese molto simile al vocabolo earnest che significa pressappoco “onesto”), nome assunto da due amici di vecchia data (impersonati da Firth ed Everett) per conquistare le rispettive donne di cui si sono invaghiti, essendo entrambe fuori dalla loro portata, l’una perché nobile (Frances O'Connor), l’altra perché minorenne e posta sotto una speciale tutela (Reese Witherspoon).
Tutti gli espedienti narrativi derivati da questo semplice gioco linguistico e dall’imbroglio portato avanti dai due, cui si uniscono una serie di personaggi di contorno tutti caratterizzati con ironia e incisività, dalla burbera e schietta Lady Bracknell (sempre impeccabile Dench), alla svanita governante, al prete con una passione segreta, a dialoghi sempre frizzanti e arguti e delle squisite ambientazioni campestri rendono la visione molto piacevole e rilassante, oltre che in più punti divertente.
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