Regia di Nino Russo vedi scheda film
Ferragosto a Roma: le strade sono deserte, la città è immersa in una quiete rotta soltanto dal girovagare di due amici meridionali che chiacchierano tra loro.
Sembra un film di Sergio Citti o del Giuseppe Bertolucci più poetico, questo Il giorno dell'Assunta, opera prima di un futuro autore la cui fama critica supererà di gran lunga quella derivante dal successo di pubblico: Nino Russo. Solamente due sono gli attori in scena, Leopoldo Trieste e Tino Schirinzi, e già questa è una forte limitazione; tutto il lavoro è girato in esterni, per le strade della Capitale, e la durata che si attesta sui cento minuti significa che riempire lo schermo sarà dura. La visione in effetti non è delle più agevoli e la principale carenza che salta all'occhio è quella del ritmo, anche perché la sceneggiatura è impostata in maniera abbastanza schematica per sequenze nette con coordinate fisse: ascissa un luogo in cui i due protagonisti si ritrovano, ordinata un dialogo di volta in volta surreale, ironico, laconico. Il copione è dello stesso regista, il cui uso ossessivo e spregiudicato delle musiche è forse il carattere distintivo più originale del film; per il resto su Il giorno dell'Assunta pendono numerosi interrogativi. Spontaneamente nasce la curiosità di vedere Russo alla seconda prova: arriverà tre anni dopo con Feste, farina e... (1980). 3,5/10.
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